La premier britannica e leader del Partito Conservatore Liz Truss si è dimessa dalla sua carica. Il suo governo, fatto più di scuse che di proposte, ha avuto vita molto breve. La celerità con cui è ascesa al potere e ha abbandonato la carica è già un record: il suo infatti è il mandato più corto nella storia del Regno Unito, con una durata di 44 giorni.

Il sostituto scelto tra i Tories entro una settimana

Truss, davanti alla porta di Downing Street, ha rilasciato un brevissimo discorso in cui senza mezzi termini ha commentato «Non posso rispettare il mandato per il quale sono stata eletta dal Partito Conservatore». Non è ancora chiaro quali saranno i prossimi step, anche se l’ormai ex primo ministro ha dichiarato che il suo sostituto verrà scelto all’interno dei Tory nel giro di una settimana, 

Dopo le dimissioni di Boris Johnson comunicate lo scorso luglio, il Partito Conservatore aveva avviato una serie di consultazioni interne per trovare al più presto un sostituto premier, fondamentale per affrontare le diverse problematiche di politica estera ed economica. La scelta era ricaduta su Liz Truss che si presentava come una nuova Margareth Thatcher. Dato il veloce epilogo del suo incarico, le aspettative sono state ampiamente disattese.

I momenti critici del governo Truss

Il suo percorso a Downing Street è stato non solo breve ma anche e soprattutto tortuoso. Liz Truss ha da subito incontrato difficoltà nelle sue proposte, aspramente criticate sia dai Labour che dagli stessi Tories. Tema di dibattito acceso sono state le riforme fiscali da lei proposte per ridurre a debito le tasse a ricchi e imprese che aveva messo in pericolo l’economia britannica con il crollo della sterlina e un’enorme crisi finanziaria. 

A seguito di questo flop Truss ha richiesto le dimissioni del suo ministro dell’economia Kwasi Kwarteng, ideatore della riforma fiscale, nominando come sostituto il moderato Jeremy Hunt. Come prima mossa, Hunt aveva subito rimediato al precedente errore cancellando la stragrande maggioranza delle misure fiscali su cui la premier aveva basato il suo mandato, placando così la furia dei mercati. Dopo il cambio del ministro dell’economia, la situazione non era andata migliorando. Era stata la volta delle dimissioni Suella Braverman, la ministra dell’Interno, che ha definito la gestione di Liz Truss inetta e inadeguata.

Sempre nella stessa giornata dell’addio di Braverman, inoltre, alla Camera dei Comuni il Partito Conservatore aveva rischiato di perdere un voto piuttosto importante a favore dell’opposizione dei Laburisti. Truss aveva “minacciato” i suoi compagni di partito sottolineando che se non avessero votato per respingere la mozione avrebbe considerato la loro indicazione come una sfiducia al governo. La mozione è stata vinta dai Tories ma 40 parlamentari Conservatori si erano rifiutati di votare.