Oggi è previsto un vertice dei ministri dell’Ambiente e dell’Energia europei al fine di discutere sulla strategia da adottare per far fronte alle conseguenze determinate dal caro energia. Dopo l’intesa raggiunta dai leader europei all’ultimo appuntamento a Bruxelles, in cui l’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi era riuscito a sollecitare la creazione di un sistema di contenimento del prezzo del gas, la strada per raggiungere un accordo definitivo è ancora impervia.

Visioni contrastanti 

Le teorie che saranno proposte al consiglio sono efficacemente espresse dalle dichiarazioni che hanno rilasciato in previsione dell’incontro dai ministri dell’Ambiente e dell’Energia di Italia e Germania, rispettivamente, Gilberto Pichetto Fratin, che sarà accompagnato al meeting dal suo predecessore Roberto Cingolani (il quale collaborerà comunque con il nuovo esecutivo in qualità di consulente esterno) e Robert Habeck.

Secondo la prima teoria, quella proposta da Pichetto Fratin, la strategia di contrasto alle conseguenze inflative determinate dal caro energia è quella di imporre un tetto, potenzialmente dinamico, al prezzo del gas, superando contestualmente il sistema di attribuzione valoriale determinato dalla borsa di Amsterdam, mercato europeo di riferimento per l’energia.

“Oggi c’è la riunione dei ministri dell’energia europei a seguito del Consiglio europeo, quindi dell’accordo dei primi ministri di qualche giorno fa, per lavorare sul tema all’ordine del giorno, ovvero la questione di definire un corridoio, oltre che un meccanismo tecnico di misura del sistema del gas, e quindi per superare anche quello che è l’attuale sistema del Ttf. In mattinata ci sarà la discussione e ci saranno le valutazioni”, ha dichiarato il neo eletto ministro per l’Ambiente.

La seconda teoria, proposta da Habeck, predilige invece una modalità di intervento diametralmente opposta per contenere il problema, le cui conseguenze saranno direttamente osservabili, secondo gli analisti del settore, a partire dalla fine del mese di novembre.

In base a questa differente visione, il sistema più efficiente per ridimensionare il problema è quello che prevede la programmazione, in seno ai Paesi aderenti all’Unione Europea, di acquisti congiunti. Gli effetti di questa strategia determinerebbero una risposta immediata da parte dei mercati internazionali, che reagirebbero attribuendo un valore nominale inferiore al prezzo del gas.

Queste le parole di Habeck: “Gli acquisti congiunti di gas nell’Ue sono il modo più efficiente per mantenere basso il prezzo del gas. L’Europa ha un grande potere di mercato e se i Paesi decidono di coordinarsi tra loro e formare dei gruppi di acquisto l’impatto di un’Europa non più in competizione fa scendere i prezzi. Penso che questo sia lo strumento principale e lo ritengono più efficiente di uno strumento rischioso come il prezzo al tetto del gas.”

Buone notizie da Amsterdam

Comunque vada il meeting di oggi, dai mercati giungono segnali rassicuranti limitatamente al prezzo dell’energia, contenuto al momento dall’azione congiunta del clima mite che si sta registrando in questi giorni e la soddisfacente strategia di stoccaggio delle forniture di gas da parte dei Paesi dell’eurozona.

E così sul mercato Ttf di Amsterdam, dove i contratti per la consegna oraria ieri sono andati addirittura in negativo (si è pagati per ritirare gas), il prezzo cala ancora con la quotazione al Ttf per novembre a 94,6 euro al Megawattora (MWh) di prima mattina.

Proseguono intanto gli stoccaggi in Europa con l’obiettivo di arrivare all’inverno con i depositi di gas al completo. Allo scorso 23 ottobre l’Ue ha immagazzinato 1.42,87 TWh, con stoccaggi al 93,61% e un flusso medio giornaliero dello 0,24%.

Li ha quasi ultimati la Francia (99,69%) con 132,19 TWh e un flusso giornaliero dello 0,19%, mentre la Germania è al 97,53% a 239,15 TWh, con un flusso giornaliero dello 0,36%. Ha raggiunto il 94,8% l’Italia a 183,38 TWh e un flusso giornaliero medio dello 0,13%. Al 100% di scorte solo il Regno Unito, con 10,58 TWh immagazzinati.