La coalizione di centrodestra è in preda ad un terremoto. Dopo l’incontro tra Silvio Berlusconi e la leader in pectore alla Presidenza del Consiglio Giorgia Meloni, i rapporti tra i due alleati sembravano essersi distesi. Ma dopo le dichiarazioni di ieri sera del Cavaliere, la situazione è precipitata in un baratro da cui sarà difficile riemergere, anche e soprattutto perché domani la coalizione è attesa al Quirinale per le prime consultazioni con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La (nuova) crisi

Dopo il vertice a via della Scrofa i motivi di conflitto tra le due parti sembravano realmente risolti, ed era impossibile immaginare che in sole ventiquattro ore tutto potesse ripiombare alle condizioni di partenza, se non peggio.

Le dichiarazioni che hanno fatto scoppiare la bomba all’interno della coalizione, rendendo del tutto precario il lavoro preventivo di selezione dei possibili nomi del nuovo esecutivo, sono state quelle che Berlusconi ha pronunciato ieri con i gruppi parlamentari dopo le elezioni dei capigruppo alla Camera e al Senato.

“In Forza Italia c’è profonda amarezza perché, a parità di elettori con la Lega, il modo in cui sono stati distribuiti i collegi uninominali ci ha portato 20 deputati e 10 senatori in meno”, aveva detto l’ex Presidente del Consiglio, rilanciando contestualmente una frecciatina all’alleata dando per scontata l’imminente elezione di Maria Elisabetta Alberti Casellati, ex Presidente del Senato nella scorsa legislatura, al ministero della Giustizia, al posto di Carlo Nordio, in quota FdI.

“Sarà Nordio? No, Meloni mi ha chiesto di incontrarlo, ma c’è la ex presidente del Senato Elisabetta Casellati, su questo c’è accordo, assolutamente, la Meloni ha detto di sì alla Casellati”, aveva proseguito il Cavaliere.

Nonostante non ci sia stata nessuna risposta ufficiale alle evidenti provocazioni del fondatore di Forza Italia, indiscrezioni e retroscena fanno trapelare il fatto che negli ambienti vicini a Fratelli d’Italia, ma anche della coalizione tutta (FI compresa), le dichiarazioni di Berlusconi abbiano creato sgomento, anche e soprattutto perché, ad un giorno dalle consultazioni al Quirinale, rovesciano totalmente la scacchiera delle nomine, le cui pedine sembravano essere state posizionate con un ragionevole grado di certezza.

Ma non è tutto, all’uscita dall’incontro con i capigruppo e i parlamentari, Silvio Berlusconi ha fatto un accenno ai suoi rapporti con il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, ancora, a sua detta, caratterizzati da profonda stima e amicizia reciproca.

Ho riallacciato un po’ i rapporti con il presidente Putin, un po’ tanto, nel senso che per il mio compleanno mi ha mandato venti bottiglie di vodka e una lettera dolcissima. Gli ho risposto con bottiglie di Lambrusco e una lettera altrettanto dolce. Sono stato dichiarato da lui il primo dei suoi cinque veri amici”, queste le sue parole. 

Tali ultime dichiarazioni hanno innescato una vera e propria detonazione all’interno della coalizione, in modo particolare per il fatto che una delle linee guida fondamentali per formare un nuovo governo è sicuramente l’atlantismo, a cui sia Fratelli d’Italia che la Lega (almeno dal punto di vista formale) sono allineati.

Inoltre, le affermazioni mettono in crisi l’attribuzione del posto, ritenuto sicuro, di vicepremier e ministro degli Esteri per il coordinatore Antonio Tajani, che ha infatti deciso di non presentarsi alle ultime riunioni del partito, in aperto disappunto con il suo superiore.