Le truppe di Kiev sono giunte a una svolta. Dopo mesi di trattative naufragate e un’avanzata inarrestabile dell’esercito russo soprattutto sul fronte orientale del Donbass, ora gli ucraini sono passati alla controffensiva.

Intanto sale l’attesa per l’Assemblea Onu che si terrà a New York oggi, mentre Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con Mario Draghi, che ha confermato il pieno appoggio al leader. “L’ho informato degli sviluppi al fronte – ha dichiarato Zelensky – Ho sottolineato l’importanza della cooperazione con l’Italia in materia di difesa. Dovremmo intensificarla”.

Kiev rinconquista l’area di Kherson e Kharkhiv. Zelensky: i russi sono disperati

La bandiera ucraina è tornata a sventolare ad est. L’efficace controffensiva portata avanti dalle truppe ucraine  a partire dall’inizio del mese è stata accolta con grande soddisfazione da Volodymyr Zelensky. Secondo quanto dichiarato nel consueto video serale del presidente, dall’inizio dell’attività militare di settembre, l’esercito ucraino ha liberato circa 6 mila chilometri del territorio che i russi avevano occupato – di cui 500 metri quadrati solo nell’area di Kherson – e continua ad avanzare. Zelensky ha sottolineato che i russi sembrano essere «disperati»: «Non possono fare nulla ai nostri eroi sul campo di battaglia ed è per questo che la Russia dirige i suoi vili attacchi contro le infrastrutture civili. È un segno di disperazione». Il leader ucraino si è espresso anche rispetto alla questione delle infrastrutture energetiche, sostenendo che «la Russia sta cercando di impedirci di dirigere le capacità dell’Ucraina di stabilizzare la situazione in Europa. Le nostre esportazioni di elettricità sono ciò di cui la Russia ha molta paura in questo momento. Perché possiamo rompere i piani russi di svuotare le tasche degli europei questo inverno a causa dei prezzi pazzi dell’energia».

Dato il momento favorevole per l’esercito ucraino, Zelensky ha ribadito che attualmente è impossibile sedersi al tavolo delle trattative, prospettiva condivisa anche dal Cremlino. Un ipotetico incontro tra le parti sarà possibile, dice Zelensky, solo quando gli ucraini non avranno liberato tutti i territori occupati dai russi. Da quando è cominciato il conflitto lo scorso febbraio, il massimo del successo per gli ucraini era stato quello di proteggere la capitale e confinare l’avanzata russa nel Donbass e nelle repubbliche separatiste del Donetsk e Lugansk. Ora invece, per la prima volta dopo mesi, Kiev sta lanciato la controffensiva grazie anche all’arrivo di forniture militare da parte della NATO.

Momento delicato per Putin

Quella attuale è di certo la fase più complicata per Vladimir Putin dall’inizio della guerra. Dal territorio ucraino arrivano le voci di una possibile ritirata dei russi anche nelle zone del Donbass sotto il loro controllo dal 2014. Inoltre le stesse fonti hanno affermato che il leader dell’autoproclamata repubblica di Donetsk sia ormai in fuga. Questo possibile crollo della difesa russa è confermato anche dagli Stati Uniti che sono abbastanza certi della ritirata dei soldati di Mosca oltre il confine ucraino-russo.

A causa della situazione militare a dir poco catastrofica, molti ora sono in attesa della contromossa di Putin e ne approfittano per mettere in discussione la sua leadership. Lo scompiglio, quindi, sembrerebbe più intenso a Mosca che al fronte.

Decine di rappresentanti dei consigli comunali delle aree municipali di Mosca e San Pietroburgo i quali attraverso una lettera aperta hanno chiesto al presidente di dimettersi sulla scia delle denunce di brogli nelle recenti elezioni locali e regionali. Il leader russo sarebbe ai ferri corti con il Consiglio di Sicurezza tanto da definire i capi militari e dell’intelligence “una manica di incapaci”. La strategia russa, comunque, virerà verso le indicazioni iniziali, ovvero il bombardamento a tappeto di infrastrutture critiche ucraine per provocare caos e minare l’appoggio fin qui forte della popolazione locale alla linea della resistenza a oltranza. Nei prossimi giorni, però, il Cremlino dovrà aspettarsi di tutto dal fronte, soprattutto perché il governatore di guerra del Lugansk ha annunciato che, una volta riconquistata Lyman, si passerà ad una nuova offensiva in quelle zone.