Il Presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha proclamato l’introduzione della legge marziale nelle regioni dell’Ucraina che sono state annesse attraverso il referendum di qualche settimana fa. Il voto, non riconosciuto dalla comunità internazionale, ha di fatto consegnato al controllo della Russia le regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk.

L’annuncio della misura decisa dal Cremlino è stato dato oggi durante il Consiglio di sicurezza nazionale. Il decreto firmato da Putin non solo applica la legge marziale sulle regioni da poco annesse (illegalmente) ma introduce elementi di questo genere in altre otto regioni confinanti con l’Ucraina, ovvero Crimea, Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk, Rostov e Sebastopoli – territorio annessi dalla Russia nel 2014 – imponendo un «livello medio di reazione» e una «mobilitazione economica». La misura concede poi ulteriori poteri ai capi di tutte le regioni russe: “Nell’attuale situazione, ritengo necessario fornire a tutti i governatori delle regioni russe ulteriori poteri», ha dichiarato il presidente russo. Secondo il Guardian, non è da escludere poi che la legge marziale, in caso di “necessità”, venga allargata anche all’intero territorio della Federazione russa. 

Durante il Consiglio di Sicurezza Putin ha anche ordinato al governo di preparare una bozza di decreto sull’istituzione di un «consiglio speciale di coordinamento». Questo Consiglio sarà guidato dal primo ministro Mikhail Mishustin: «Non solo le forze dell’ordine competenti, ma anche l’intero sistema dell’amministrazione statale sono impegnati a risolvere i compiti di garantire un’operazione militare speciale», ha puntualizzato Putin. Infine il leader russo ha sottolineato la resistenza ad oltranza del regime di Kiev nel respingere ogni sorta di negoziato, anche a fronte del referendum che ha consegnato alcune regioni ucraine alla Russia.