(Adnkronos) – Misurare e tracciare il traffico online rischia di diventare un'impresa, persino come un colosso come Nielsen. Il motivo, ormai, è arcinoto. Risalire ad un'identità digitale, nell'era caratterizzata da nuove 'consumer regulations' relative alla privacy, è sempre più complesso. "Ha avuto un impatto”, ha ammesso Karthik Rao, Nielsen Audience Measurement, in un'intervista a MediaPost. L'affermazione pare avere particolare rilievo se riferita al rapporto con Meta, l'universo creato da Mark Zuckerberg. Se le maglie della privacy si stringono, i dati relativi agli utenti diventano sempre più preziosi. Cedere interi pacchetti, come magari avveniva in passato, non sembra più un must. Per comprendere come sia cambiato in particolare il rapporto tra Facebook e Nielsen, si può utilizzare il quadro delineato da George Ivie, CEO and executive director del Media Rating Council (MRC). Prima, Meta segnalava a Nielsen i dati relativi all'attività online di un utente 'targato' da un cookie di Facebook o Instagram. Ora, semplicemente, questo non succede più. O, almeno, non accade in toto. Visto che è ipotizzabile applicare il nuovo modello ad altri 'Big Data providers', fondamentali per Nielsen, la situazione assume contorni più chiari. Difficile quantificare l'impatto sulle operazioni di Nielsen anche perché, come ha detto Rao, “è tutto molto recente”. Il fenomeno, va da sé, è destinato ad avere conseguenze sulle strategie dei principali stakeholder in un quadro che non si limita a Nielsen. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)