Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto questa mattina all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Il suo discorso, tutto incentrato sulla gestione del conflitto tra Russia e Ucraina, ha ribadito la necessità delle forze occidentali di rimanere uniti di fronte al blocco orientale. Parallelamente, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, non invitato all’Onu, è intervenuto in un discorso pubblico alla nazione.

Le parole di Draghi

Le affermazioni del Presidente del Consiglio uscente Mario Draghi sono state categoriche, le forze del blocco occidentale, Stati Uniti e Europa in testa, devono continuare ad agire unite per contrastare i possibili sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina, rivendicando l’assoluta legittimità di intervento a sostegno della popolazione colpita.

“Le responsabilità del conflitto sono chiare e di una parte sola” ha detto il premier italiano, che ha proseguito dicendo che “è nostra responsabilità collettiva trovare risposte a questi problemi con urgenza, determinazione, efficacia. Non possiamo dividerci tra nord e sud del mondo. Dobbiamo agire insieme e riscoprire il valore del multilateralismo che si celebra in quest’aula”.

Il premier italiano ha poi proseguito soffermandosi sul tema sanzioni, ritenute uno strumento fondamentale di attacco nei confronti della Russia. Secondo Draghi, le limitazioni alla possibilità di eseguire transazioni sui mercati internazionali hanno determinato un effetto ristagno sull’economia del Paese e, di conseguenze, sulla sua capacità di dispiegare forze militari.

“Le sanzioni che abbiamo imposto a Mosca” ha ricordato Draghi, “hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa, sulla sua economia. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’economia russa si contragga quest’anno e il prossimo di circa il 10 per cento in totale, a fronte di una crescita intorno al 5 per cento ipotizzata prima della guerra. L’impatto delle misure è destinato a crescere col tempo, anche perché alcune di esse entreranno in vigore solo nei prossimi mesi”.

L’intervento del premier si è concluso sul tema caro energia, auspicando una strategia di azione comune a livello europeo. Tutti gli sforzi, secondo Draghi, devono essere concentrati sull’elaborazione di strategie concrete per il contenimento delle conseguenze inflative causate dall’aumento spropositato del costo del gas. Il rischio è la possibile deflagrazione di una bomba sociale senza precedenti su tutta l’eurozona.

“A oggi abbiamo dimezzato la dipendenza dal gas russo e contiamo di diventarne completamente indipendenti dal 2024. Tuttavia bisogna fare di più. Soprattutto l’Europa deve fare di più, deve sostenere i Paesi che a loro volta sostengono Kiev e deve imporre un tetto al prezzo delle importazioni di gas. È essenziale preservare la coesione sociale. L’aumento del costo dell’energia mette a rischio la ripresa economica, limita il potere d’acquisto delle famiglie, danneggia la capacità produttiva delle imprese, può fiaccare l’impegno dei nostri Paesi per l’Ucraina.”, queste le ultime parole pronunciate dall’ex Bce.

Le parole di Putin

Parallelamente all’intervento di Draghi all’Onu, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, non invitato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha deciso di rilasciare un discorso in diretta nazionale. I contenuti sono diametralmente opposti rispetto a quelli del premier italiano, e di fatto rivendicano la legittimità della cosiddetta “operazione militare speciale” sul suolo ucraino, definita come “inevitabile”.

Durante il suo discorso, Putin ha annunciato la mobilitazione parziale di circa 300mila riservisti, ovvero uomini che hanno già servito nell’esercito, con pregressa esperienza di combattimento e specializzazione di tipo militare. Il fine dell’operazione sarebbe quello di controllare ulteriormente i territori occupati nel corso degli sviluppi del conflitto.

In conclusione del suo discoro, il Presidente russo ha sferrato un durissimo attacco nei confronti delle forze occidentali, minacciando contestualmente ritorsioni potenzialmente catastrofiche qualora si raggiunga un punto di non ritorno nell’escalation di tensione internazionale.

“Nella sua aggressiva politica anti-russa, l’Occidente ha superato ogni limite, useremo certamente tutti i mezzi militari a nostra disposizione per difendere il Paese e il popolo. Quando la sua integrità territoriale è minacciata, la Russia usa tutti i mezzi, questo non è un bluff è nostra tradizione storica e destino del nostro popolo fermare coloro che cercano il dominio mondiale, che minacciato di smembrare e rendere schiava la madrepatria. È quello che stiamo facendo ora, e credo nel vostro sostegno”, ha affermato Putin alla fine del suo intervento.