Bollinato dalla Ragioneria dello Stato il testo della manovra 2023. Resta fissato a 60 euro l’obbligo di accettare i pagamenti digitali con carta e bancomat, senza incorrere in sanzioni. Le sanzioni previste, infatti, si applicheranno esclusivamente in caso di mancata accettazione da parte di soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, di pagamenti, a mezzo di carta di pagamento (carta di debito, carta di credito e carte prepagate), di importo superiore a 60 euro. La bozza della legge di bilancio conferma anche l’innalzamento a 5mila euro del tetto per l’utilizzo del contante.

Sulla questione del limite minimo per l’uso del Pos per i pagamenti ieri ci sono stati contatti tra Italia e Ue. “Si precisa che sul tema delle soglie al di sotto delle quali gli esercizi commerciali non sono tenuti ad accettare pagamenti con carte di pagamento, sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea dei cui esiti si terrà conto nel prosieguo dell’iter della legge di bilancio”, si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Letta: ritorno al passato

“La scelta scellerata di alzare il livello minimo di contante con il Pos, che spero venga cambiata, è un drammatico ritorno indietro, un modo per aiutare alcune categorie che avrà un terribile danno sulle entrare fiscali del Paese ed è un invito all’evasione fiscale”, afferma Enrico Letta, segretario del Pd a Bruxelles. “È il modo di fare peggiore, un messaggio che darà pesanti danni al Paese. Chiediamo al governo di tornare indietro” conclude.

Meloni: scelte anche se costano voti

“Spetta alla politica assumersi la responsabilità delle scelte, e io intendo assumermi fino in fondo le scelte che faremo, le scelte del governo, anche se questo dovesse costare in termini elettorali, siamo qui per fare quello che è giusto per la nazione prima di quello che è utile per noi”. Queste le parole della premier Giorgia Meloni, che nella giornata di ieri era intervenuta all’Assemblea generale di Confindustria Veneto Est, parlando proprio della manovra.

Incontro Calenda-Meloni

Questo pomeriggio il leader di Azione, Carlo Calenda, assieme alla delegazione del Terzo polo, ha incontrato la premier. Il colloquio sulla manovra, avvenuto a Palazzo Chigi, è durato circa un’ora e mezza. “È stato un incontro molto positivo, siamo entrati nel merito del provvedimento e abbiamo scorso le nostre proposte: ci sono cose su cui noi assolutamente non siamo d’accordo – ha dichiarato Calenda – Ma abbiamo discusso di un’estensione di impresa 4.0, un tetto al costo del gas al posto dei crediti di imposta, nel dettaglio abbiamo parlato di un aumento degli stipendi dei sanitari, abbiamo detto che va ripristinata Italia sicura, abbiamo fatto un’analisi della situazione del Pnrr, e chiesto di riproporre il Reddito di cittadinanza come Rei. Su molte di queste cose abbiamo trovato un’apertura”.

I prossimi step

Gli articoli della manovra salgono a 174 contro i 156 dell’ultima bozza. Il testo ora è atteso, entro oggi alla Camera dove si aprirà la sessione di bilancio e dove stasera, alle ore 19,00 l’Ufficio di Presidenza della V Commissione stabilirà i tempi dell’esame.

Domani, mercoledì 30 novembre, dovrebbe essere calendarizzato in Aula l’eventuale stralcio di norme ordinamentali dal testo della Manovra, per proseguire poi con due giorni di audizioni, venerdì 2 (quando dovrebbe essere atteso anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti) e lunedì 5. Il termine per la presentazione degli emendamenti dovrebbe essere fissato per martedì 6 dicembre o per mercoledì 7.

Rimane la previsione che il testo esca dalla Camera a ridosso di Natale per poi essere licenziato in via definitiva dal Senato nei giorni che separano il 25 dicembre da Capodanno.