Saper dare risposte sulla transizione tecnologica e digitale è, oggi più che mai, una delle priorità per la politica italiana. Evolversi da questo punto di vista significa infatti essere in linea con la tendenza fondamentale del mondo e dell’economia contemporanea, che fa dell’interconnessione delle informazioni il perno del suo operare.

Cloud, Internet of Things, Big Data, Cripto, Blockchain, Machine Learning, Artificial Intelligence: sono queste alcune delle parole che il lessico contemporaneo parla. Non comprenderne i significati farà la differenza tra il sopravvivere o il perire. Nonostante l’accelerazione al progresso informatico data dalle conseguenze della pandemia di Coronavirus, l’Italia risulta essere ancora indietro rispetto agli altri Paesi dell’eurozona.

In vista delle elezioni del 25 settembre, tutti i programmi elettorali parlano di tematiche afferenti al mondo del digitale, dalle possibili applicazioni istituzionali alla tutela della privacy e al diritto d’autore. Il problema, e questa è una caratteristica comune a tutti i partiti politici, è che tali tematiche sono trattate in modo generico, strutturalmente superficiale e spesso orientato esclusivamente al ritorno elettorale.

Ma perché in Italia siamo così indietro dal punto di vista dell’evoluzione tecnologico/digitale? E soprattutto, perché i programmi politici sono così vaghi? Eppure è dimostrato che l’insufficiente livello di cultura digitale sia un fattore determinante di esclusione sociale. Non avere competenze in questo campo del sapere significa infatti precludersi la possibilità di accedere al mercato del lavoro, a maggior ragione in considerazione del fatto che le prospettive professionali richiedono sempre di più il possesso di tali abilità.  Per non parlare poi dei diritti, dato che bassi livelli di alfabetizzazione digitale corrispondono direttamente alla mancata possibilità di tutelare la privacy e i diritti dei cittadini.

Insomma, come detto in precedenza, o si sale sul treno o si rischia di non riuscire a reggere la sfida con il mondo che verrà. Nonostante la nostra politica sembri navigare a vista, sarà necessario che, una volta formatosi il nuovo esecutivo, a queste tematiche sia dato il giusto peso.