Quando non hanno argomentazioni per contestare il tuo operato, ti lanciano vili attacchi personali. È quello che fanno sedicenti giornalisti radical chic, convinti che la democrazia valga soltanto quando premia gli schieramenti di sinistra.

Invece, stavolta, ad imporsi è stata Giorgia Meloni, una donna di destra, che porta avanti i propri ideali in maniera convinta e che si prepara a governare l’Italia dopo la vittoria schiacciante alle urne. La leader di Fratelli d’Italia, negli ultimi giorni, è stata oggetto di attacchi gratuiti da parte di Rula Jerbal.

La giornalista israeliana di origine palestinese, a cui l’Italia ha concesso la cittadinanza, in un tweet ha puntato il dito contro Meloni per una vicenda legata al padre, arrestato in passato per narcotraffico. La notizia era stata data dalla la stampa spagnola e poi ripresa da Repubblica.

Già questo sarebbe abbastanza grave. La notizia, infatti, non ha alcuna attinenza con l’elezione della leader di FdI, abbandonata dal proprio padre quando aveva un anno e processato quando Giorgia non aveva nessun rapporto con lui ormai da anni. Perché tirare questa storia fuori adesso se non per colpire Meloni nella sua sfera più intima? Non è soltanto questione di deontologia professionale, ma di umanità.

Come se non bastasse, Rula Jerbal ha rincarato la dose postando la notizia su Twitter e mettendola in relazione con il video dello stupro pubblicato dalla leader di Fratelli d’Italia in campagna elettorale. Secondo Jerbal, Meloni avrebbe affermato che i richiedenti asilo sono tutti criminali che vogliono sostituire i bianchi cristiani. Affermazione peraltro falsa e mai pronunciata dalla leader FdI, che ha già minacciato una querela.

Al di là degli aspetti legali, resta la bassezza di una certa stampa che dimentica l’etica e la deontologia professionale e gioca con il dolore delle persone. Con le ferite che l’abbandono di un padre provoca nella vita di una figlia che, nonostante tutto, ha la forza di rialzarsi, di portare avanti le proprie idee, di raggiungere traguardi ambiziosi come diventare la prima donna presidente del Consiglio.

Molte le parole di solidarietà che sono arrivate a Giorgia Meloni, non soltanto da esponenti del suo partito e del centrodestra, ma anche da altre fazioni. Netta la presa di posizione di Carlo Calenda, avversario politico che non ha esitato a criticare aspramente la Jerbal.

Anche in questa vicenda, Giorgia Meloni ha dimostrato tutta la sua forza non cedendo alle provocazioni. “Evidentemente tra le tante cose che non valgono per me c’è anche il detto ‘le colpe dei padri non ricadano sui figli’”, ha scritto sui social la leader FdI. Lei che rappresenta il riscatto più grande per tutte coloro che, come me, sono cresciute senza un padre.