La ricorrenza del decimo anniversario dell’elezione di Francesco ha permesso in particolare di rileggere o approfondire la sua poliedrica personalità e soprattutto il suo magistero. La memoria ci riporta inoltre al suo primo saluto pronunciato in Piazza San Pietro. Proprio in questa sua prima apparizione pronuncia una richiesta che puntualmente ripete a conclusione di ogni suo intervento pubblico: Per favore ricordatevi di pregare per me. E’ possibile che molti ascoltando questo invito avvertano le vibrazioni del suo cuore di Padre che chiede il sostegno a coloro che gli sono stati affidati. Egli stesso lo spiega in Evangelii gaudium ricordando che la Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera perché è necessario coltivare uno spazio che conferisce senso cristiano all’impegno e all’attività, infatti senza momenti prolungati di adorazione, di incontro con la Parola, di dialogo sincero con il Signore facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliscono per la stanchezza e la difficoltà, e il fervore si spegne. Il suo prolifico magistero che ha toccato tematiche profetiche quali la fratellanza fra i popoli, il creato, la santità nel mondo contemporaneo, la Chiesa in uscita che prende l’iniziativa-primerear, coinvolge, accompagna, fruttifica e festeggia; proposte che non lasciano indifferenti ma irrigano le zolle della storia simile a quel granello di senape evangelico che diventa un albero su cui poggiarsi. Il suo pensiero aperto alla comprensione dei nuovi scenari globali si comprende da un suo discorso alla curia romana quando disse : quella che stiamo vivendo non è soltanto un epoca di cambiamenti, ma un cambiamento di epoca. All’Angelus del 19 marzo, IV domenica di quaresima, oltre all’invito alla preghiera ha suggerito alcuni criteri per vivere responsabilmente la paternità, invitando ad avere come modello, sostegno e conforto Giuseppe.

Nella lettera apostolica Patris corde Francesco condivide alcune riflessioni personali sulla straordinaria figura di Giuseppe tracciando un profilo da cui emergono caratteristiche esemplari. Lo sposo di Maria è amato perché fa della sua vita un servizio ed è padre della tenerezza perché permette che è possibile compiere le opere attraverso le nostre pene e fragilità. Ricorda che la vita del credente passa attraverso l’ascolto/obbedienza della Parola ( è l’esperienza di Giuseppe nei quattro sogni). Significativo è Il primato dell’accoglienza del dono della vita e degli ultimi e del non abbattersi nelle difficoltà, si pensi alla nascita di Gesù nella stalla a Betlemme. il suo impegno nel lavoro e all’attuale emergenza sociale che oggi rappresenta. Padri non si nasce ma si diventa quando ci si prende cura dei figli. In definitiva Francesco ci offre un tracciato che possa ispirare l’umanità in questa nuova epoca che ha bisogno di padri e rifiuta i padroni, rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo, confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione. Tutti siamo, in un certo senso, nella condizione di Giuseppe: ombra dell’unico Padre.