Il bilancio delle vittime e dei dispersi dell’alluvione che ha colpito le Marche questa notte si aggrava con il passare delle ore. Secondo le ultime rilevazioni, le vittime sarebbero nove, mentre i dispersi quattro, di cui due minorenni.

Il disastro

Palazzo Chigi ha ufficialmente dichiarato lo stato di emergenza per la Regione Marche, e, dopo la conferenza stampa a conclusione del Consiglio dei Ministri che ha approvato il Decreto Legge Aiuti Ter, il Presidente del Consiglio Mario Draghi si recherà nei luoghi del disastro per coordinarsi con le unità operative di soccorso. Nel Senigalliese i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile stanno lavorando ininterrottamente da ore per cercare i dispersi, dare un volto alle vittime e aiutare la popolazione alluvionata.

Gli aggiornamenti limitatamente alla situazione sono forniti ogni tre ore circa dalla Prefettura di Ancona e dal Centro di Coordinamento Soccorso, riuniti momentaneamente presso la Sala Operativa della Regione Marche fin dalle prime battute del disastro. Oltre alle vittime e ai dispersi, il bilancio dei danni ad abitazioni e strutture pubbliche è impietoso. A Senigallia il fiume Misa ha rotto le balaustre in pietra del ponte Garibaldi, tracimando e devastando il centro storico della città.

Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, dopo la riunione in Prefettura, ha dichiarato che “ci sono stati momenti di terrore, con quantitativi di acqua veramente straordinari. È piovuto in qualche ora un terzo di quello che normalmente piove in queste zone in un anno, e in alcune zone ha piovuto il doppio di quello che piove in estate. È stato un quantitativo di acqua che si è riversato sui territori in maniera repentina portando scompiglio e morte”.

Altre dichiarazioni sono state rilasciate dal Prefetto di Ancora Darco Pellos, che, in conclusione della riunione nell’edificio della Protezione Civile della Regione, ha dichiarato che “nelle zone colpite dall’emergenza maltempo nelle Marche al momento ci sono centinaia di sfollati e sono attualmente attive le ricerche dei dispersi”.