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Siete da poco rientrati dal secondo appuntamento Roadshow 2023 a Houston, una delle città principali del Texas che, a differenza di altri stati americani che apprezzano il vino italiano, risulta essere un mercato ancora non saturo, e dunque maggiormente incline ad accogliere importazioni di vino italiano. Che aria tira intorno al vino?

 Una veloce analisi competitiva e di mercato ci permette alcune riflessioni. Prima di tutto abbiamo trovato spazi fisici enormi dedicati al beverage e alla vendita del vino; spazi all’americana, grandi magazzini, mega grossisti, punti vendita come Total Wine, Global Wine, Central Market, HEB. Le aree erano divise in maniera non omogenea: il 65%, circa due terzi, è dedicato agli spirits, ai superalcolici e al mondo della mixology, includendo anche la birra. Solo un terzo è dedicato al vino sebbene questo sia sempre più d’interesse per gli americani e con obiettivi di crescita futuri importanti.  

Che tipologia di vino si vende?

 Come anticipato prima, di questi mega punti vendita solo un terzo è dedicato al vino. Il 50% è vino francese. Ad esso sono dedicate ampie aree suddivise per regione e tipologia. Tutte le regioni vinicole (Borgogna, Bordeaux, Champagne, Loira, Alsazia, etc,) sono ben rappresentate. La presenza enologica dell’Italia è invece piuttosto minoritaria. La fanno da padrone le solite regioni, Veneto, Toscana e Piemonte, anche se c’è la volontà di introdurre sempre nuove etichette.Leggi l'intervista completa su Vendemmie.Adnkronos – Vendemmie  —winewebinfo@adnkronos.com (Web Info)