Gli occhi sono tutti puntati sull’incontro di domani tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin ad Astana. Tuttavia, alla vigilia del colloquio tra i due, non mancano temi sui quali discutere.

Il Cremlino ha fatto sapere che si aspetta che Erdogan definisca “le ultime iniziative per risolvere la situazione in Ucraina”. Queste le parole dell’assistente presidenziale Yuri Ushakov, che ai giornalisti ha parlato del successo con il quale Ankara sta svolgendo il ruolo negoziale nel contesto delle questioni relative all’Ucraina.

Le dichiarazioni del Cremlino

“Ora molti affermano che i turchi sono pronti a presentare altre iniziative nel contesto di una ricomposizione del conflitto ucraino – ha aggiunto – Ci sono vari rapporti sulla stampa secondo cui la parte turca sta portando avanti proposte specifiche su questo punto. Non escludo che Erdogan toccherà attivamente questo argomento durante l’incontro di Astana, spero che avremo una discussione molto interessante e utile”.

Al momento poco o niente si sa circa le iniziative turche. Sulla stampa sono trapelate alcune indiscrezioni, relative a trattative e contatti che dovranno tenersi a Istanbul o ad Ankara. “Penso che si aspettano che Erdogan delinei già ufficialmente le proposte che ora si moltiplicano sui media, dove vengono citati vari formati: Russia, Stati Uniti, i principali paesi dell’Europa occidentale. Ma tutto questo finora è solo materiale mediatico”, ha commentato l’assistente parlamentare.

Il ricatto di Putin

Mentre l’Europa è sempre più vicina a un accordo sul tetto al prezzo del gas, Putin minaccia l’occidente. “Dirò una cosa: la Russia non agirà contro il buon senso, pagando di tasca propria per il benessere degli altri. Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell’energia. Verso coloro che preferiscono i trucchi sporchi e i ricatti spudorati, e sono decenni che viviamo in un paradigma di questo tipo, in ambito politico, non agiremo a nostro discapito”.

Un ricatto bello e buono quello del presidente russo, segnale – forse – che il price cap è una misura efficace che va a ledere realmente gli interessi del Cremlino. Gazprom ha ipotizzato che l’Europa difficilmente sopravvivrà all’inverno con le sue scorte di gas, ma gli Stati membri sono già al lavoro per svincolarsi dalle minacce, neppure troppo velate, dei russi.

Accordi Turchia-Kazakistan

Nel frattempo, il presidente turco è già al lavoro per stringere e rinsaldare alleanza. Giunto in tarda mattinata ad Astana, il numero uno di Ankara ha avuto un faccia a faccia con il presidente kazako Comert Tokayev. Erdogan ha ribadito il sostegno al percorso di riforme avviato dal governo Kazakistan e ha siglato sei nuovi memorandum di intesa tra due Paesi, anche in ambito energetico.

“Continuiamo a lavorare per rendere più forti le nostre relazioni dal punto di vista energetico e a sviluppare a livello infrastrutturale il corridoio centro asiatico”, ha detto Erdogan a margine dell’incontro con Tokayev. Lo scorso maggio i due Paesi hanno siglato 14 protocolli di intesa, saliti a 20 con gli ultimi accordi. Lo scorso anno Turchia e Kazakistan hanno superato i 5 miliardi di dollari di interscambio, con l’obiettivo di arrivare a 10.