(Adnkronos) – È il paradiso dei wine lovers, ma anche degli amanti degli aperitivi e della buona tavola. In origine era una bottega/enoteca con annesso locale di mescita e consumazione dei prodotti in vendita. Poi il locale è cresciuto nel corso degli anni fino a diventare quello che è oggi: enoteca pluripremiata, vineria dove è possibile fare ricchi aperitivi immergendosi nella grande tradizione gastronomica emiliana, intimo ristorantino che propone una cucina di qualità. Insomma, una tappa obbligata, se passate per Piacenza. Un unico consiglio: non fate l’errore di ordinare uno Spritz. “Per me il vino è sacro – vi direbbe Andrea – proprio non ce la faccio a mischiarlo!” 

La Taverna è un locale multisfaccettato, il vostro punto di forza qual è?

 Il vino, questo è un locale per chi ama il vino e ha voglia di assaggiare, degustare, scoprire. Non siamo un wine bar, non facciamo l’happy hour alla milanese. Noi abbiamo sempre una ventina di vini al calice, oppure puoi ordinare le bottiglie. Poi, se vuoi mangiare qualcosa, lo scegli e lo acquisti a parte da un menù. A me piace questa politica, perché mi permette di vendere il vino al giusto prezzo e di servire cibo sempre di qualità. Poi qualcosina lo offro sempre: salumi, formaggi o dei grissini artigianali… 

E i cocktail?

 No, niente cocktail, non ho mai fatto uno Spritz in vita mia! (Ride, ndr). Il mio mondo è il vino. 

Com’è la tua carta vini?

 La carta è cresciuta con me. Inizialmente era composta da circa 300 etichette, adesso sono 1400. Avendo questa doppia anima enoteca-vineria, sin dall’inizio ho strutturato la carta vini con due prezzi diversi per la consumazione in loco e per l’asporto. Per quanto riguarda la selezione, è cambiata nel corso degli anni perché sono cambiato io, ho affinato i miei gusti e le mie conoscenze. Dentro c’è quello che piace a me, ovvero vini eleganti, fini ed equilibrati. 

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