Settimana di addii per Mario Draghi, impegnato nel suo ultimo Consiglio europeo, durante il quale il premier uscente ha fatto un intervento che fonti diplomatiche hanno definito “netto” se non “duro” per richiamare i partner all’urgenza di prendere una decisione, a maggior ragione con la fase di “recessione” che il continente si avvia ad affrontare.

Draghi ha insistito sull’urgenza di un fondo comune considerevole utilizzabile non solo per investimenti, ma anche per mitigare i prezzi. “Gli Stati Membri devono avere una capacità di spesa comune per difendere il level playingfield (parità di condizioni nel mercato). Non è una questione di solidarietà ma di salvaguardia del mercato interno”. Il premier ha anche sottolineato l’urgenza di adottare misure che incidano sulla dinamica dei prezzi, quali l’introduzione di un price cap e una riforma del mercato elettrico.

Il rischio – ha evidenziato – è quello di una frammentazione del mercato che può avere riflessi negativi sull’unità europea se i Paesi che hanno maggior spazio fiscale operano in autonomia. E Draghi, nel suo intervento, ha fatto anche perno sulla fase di recessione che l’Europa sta per attraversare.

Nel suo saluto alle Rappresentanze italiane presso l’Ue, la Nato e il Belgio, Draghi ha ribadito che “l’appartenenza all’Unione Europea e alla Nato sono capisaldi della nostra politica estera”. Le priorità per mantenere un’economia sostenibile sono “il mercato unico, l’unione monetaria, l’alleanza atlantica”. Per il premier sono questi i punti cardine per «rafforzare il nostro peso nel mondo e garantire la sicurezza». Ha poi ribadito: “Condividiamo in pieno i valori europei e transatlantici e vogliamo continuare a tutelarli e rafforzarli”.