La Corte Costituzionale si è pronunciata in merito alla richiesta che l’Aula del Senato aveva posto alla procura di Firenze limitatamente alla possibile conflittualità di attribuzione tra potere giudiziario e potere politico relativa all’inchiesta sulla Fondazione Open, la quale coinvolge direttamente il senatore Matteo Renzi, all’epoca di apertura del fascicolo già inserito a pieno titolo nell’alveo parlamentare.

Si va verso la chiusura?

La Corte ha giudicato come ammissibile la richiesta del Senato con riguardo “agli atti posti in essere nell’ambito di un procedimento penale pendente dinanzi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze nei confronti del senatore Matteo Renzi”, limitando dunque in modo significativo il possibile raggio d’azione per i magistrati attualmente al lavoro sulla vicenda. 

Essendo stata approvata la richiesta, al momento si attende che venga fissata un’udienza pubblica, dove la Corte sarà chiamata a capire se l’operato inquisitorio dei giudici fiorentini sia da ritenersi ammissibile oppure no.

La procura di Firenze aveva infatti inserito Renzi nel fascicolo degli indagati a causa di alcune sue email giudicate di interesse per lo sviluppo dell’inchiesta, non considerando il fatto che lo stesso, al momento dell’apertura del fascicolo, era già un senatore della Repubblica.

Lo status dell’inquisito infatti avrebbe dovuto imporre alla procura di richiedere un’autorizzazione formale al Senato al fine di acquisire tutta la documentazione necessaria dal momento che l’istituzione, dal punto di vista del suo ordinamento legislativo interno, equipara il materiale repertato alla stregua di un’intercettazione.

Dati tali sviluppi, il pronunciamento della Consulta potrebbe dunque avere un riflesso concreto sul processo Open nella misura in cui il gup potrebbe a questo punto optare per la sospensione dell’udienza preliminare in corso a Firenze.