Il Brasile va al ballottaggio il 30 ottobre. Per il momento, i risultati vedono Luiz Inácio Lula da Silva in vantaggio con il 48,4% dei voti (oltre 57 milioni) rispetto a Jair Bolsonaro, che ha ottenuto il 43,2% delle preferenze (più di 51 milioni di votanti). A diramare i risultati è stato il Tribunale supremo elettorale (Tse) del Brasile che alle 2:15 (le 7:15 italiane) ha prospettato un ballottaggio il 30 ottobre prossimo fra i due candidati meglio piazzati.

Con lo scrutinio delle schede del 99,99% dei seggi,Lula (Pt, sinistra) ha ricevuto 57.254.672 voti, pari al 48,43%, mentre Bolsonaro (Pl, destra) ne ha ottenuti 51.070.672, equivalenti al 43,20%. Il terzo posto nella scelta degli elettori è andato a Simone Tebet (Mdb, centro-destra) con 4.915.217 voti (4,16%) e il quarto a Ciro Gomes (Pdt, sinistra) con 3.599.157 suffragi (3,04%).

Pesa l’astensionismo

Secondo gli analisti, a determinare il risultato sono stati indecisi, il tasso di astensione, e quanti hanno creduto di abbracciare la scelta del cosiddetto ‘voto utile’ (quello cioè di chi avrebbe voluto vedere l’elezione chiusa al primo turno). Il più danneggiato dall’astensionismo, salito dal 20,3% del 2018 all’attuale 20,94, sarebbe stato Lula che però resta fiduciosi nell’esito del ballottaggio.

Lula contro Bolsonaro

“La lotta continua fino alla nostra vittoria finale”. Così l’ex presidente brasiliano Lula ha commentato il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali 2022. Il candidato meglio piazzato è già stato alla guida del paese dal 2003 al 2010. “Vinceremo queste elezioni, si tratta solo di un tempo supplementare”, ha aggiunto Lula, che nel 2018 era stato escluso dalle elezioni con l’accusa di corruzione.

Convinto di vincere al ballottaggio anche Bolsonaro, che dice di avere “fiducia totale” nell’esito del secondo turno. Ora “lavorerò per cambiare il voto della gente”, ha commentato.

L’incertezza politica

Da qui alla fine del mese la partita è ancora aperta. Chi si aspettava che Lula avesse la maggioranza del 51% già al primo turno è rimasto deluso. Giorni di tensione si preannunciano in Brasile in vista del ballottaggio del 30 ottobre. Il rischio è che Bolsonaro infiammi la piazza tentando di screditare il Tribunale superiore elettorale (Tse) ed il suo presidente, il giudice Alexandre de Moraes, cuore delle procedure democratiche.

Un pericolo messo in conto dai Paesi occidentali, con Europa e Stati Uniti che hanno lanciato appelli affinché fosse rispettato lo stato di diritto. Il presidente uscente, in attesa della riconferma o meno, potrebbe approfittare di questo mese per varare misure atte ad accrescere la violenza politica, come una maggiore libertà nella vendita delle armi.