Il segretario di Stato americano Antony Blinken, in un incontro durato 5 ore nel corso del G20 di Bali, ha esortato il ministro degli esteri cinese Wang Yi a prendere posizione contro Putin e a condannare l’invasione russa dell’Ucraina. Blinken ha sottolineato che in questa situazione è impossibile rimanere neutrali e non ha mancato l’occasione per riferire la preoccupazione da parte degli Stati Uniti per la questione Taiwan. Seconda nota diffusa da Pechino, il vertice si è risolto con il raggiungimento di un “consenso” per migliorare le relazioni tra Cina e Usa.

Prima di ripartire Blinken ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti umanitari all’Ucraina da 368 milioni di dollari dichiarando: “Il nostro impegno per il popolo ucraino è solido. Gli Stati Uniti forniranno 368 milioni di dollari di nuovi aiuti umanitari per sostenere le persone rimaste in Ucraina e i rifugiati costretti a fuggire dal loro paese a causa della brutale guerra della Russia”.

Ucraina orientale sotto le bombe

Contemporaneamente al meeting che si sta tenendo in Indonesia, in cui è stato presente anche se per poco Sergei Lavrov, si continua a combattere sul fronte ucraino. Nell’Ucraina Orientale le forze russe hanno lanciato questa mattina un attacco missilistico contro una zona residenziale della città di Kharkiv. Le truppe di Mosca stanno tentando l’avanzata dalla regione di Lugansk verso i primi insediamenti della regione. Segnalata caduta di bombe anche sulla regione di Lumy e su Mykolaiv.

Intanto anche gli ucraini rispondono agli attacchi russi nella zona del Lugansk, precisamente a Alchevsk, controllata da Mosca. Le truppe ucraine hanno utilizzato i lanciamissili Himars, quelli forniti dagli Stati Uniti che proprio ieri hanno annunciato un’ulteriore pacchetto di aiuti del valore complessivo di 400 milioni di dollari, compresi altri quattro lanciarazzi.

Si cercano vie alternative per il grano

Nel frattempo l’Ucraina sta cercando di ripristinare e rinnovare i porti fluviali in disuso – come quello sul fiume Reni, abbandonato da tempo – per procedere con l’esportazione del grano attraverso la Romania. La questione del grano è tutt’altro che risolta. Dei 25 milioni di tonnellate di grano nei silos dei porti della regione di Odessa, cinque sono stati esportati via terra, ferrovia o fiumi. Il problema nel far uscire il grano è legato soprattutto alla capacità: una nave nel mar Nero può trasportare 50mila tonnellate, un camion 25 e un convoglio ferroviario 60. Questo causerebbe code perché i paesi confinanti non sono in grado di gestire un importante afflusso di grano dal punto di vista logistico.