Con 173 sì, 37 no e 16 astenuti il Senato ha dato il suo via libera definito alla riforma Cartabia sul Csm e l’ordinamento giudiziario. Confermato il testo della Camera, che è dunque legge.

Il provvedimento è stato “preceduto da un lungo lavoro, non semplice, portato avanti con il contributo di molti”, ha detto il ministro Marta Cartabia al Senato. “Ringrazio ciascuna forza politica – ha aggiunto – per l’impegno e la disponibilità”.

Passaggio storico per la giustizia

“Questo è un passaggio importante nella storia del nostro Paese – ha aggiunto Cartabia – in cui troppo a lungo la giustizia è stata terreno di scontro. Permettetemi di ricordare e ringraziare tutti coloro che ci hanno consentito di giungere a questo momento. Ciascuno ha portato il suo contributo, sia sostenendo le proprie iniziative con forte convinzione, sia lasciando spazio alla voce delle altre forze di maggioranza. Ringrazio ciascuna forza politica per questo impegno costruttivo e per questa disponibilità”.

Cosa prevede la legge

La nuova legge elettorale per il Csm prevede un maggioritario binominale, con una quota proporzionale. Quindi niente sorteggio. Approvato anche lo stop alle “porte girevoli”, i magistrati che scendono in politica non potranno più tornare indietro. I magistrati potranno passare dalla funzione di giudice a quella di Pubblico Ministero solo una volta, e nei primi dieci anni di carriera, poi sempre andare al civile. Arriva la stretta sulle regole del Csm, proibite le nomine “a pacchetto”. Più illeciti disciplinari, a partire da quello per chi viola il divieto delle conferenze stampa contro la presunzione d’innocenza. Approvata anche la norma contro la quale le toghe avevano scioperato lo scorso 16 maggio. Viene introdotto infatti il “fascicolo delle performance” del magistrato, in cui entreranno anche gli esiti dei processi.

Rinnovo del Csm con nuove regole

“L’approvazione di questa legge, il terzo grande pilastro delle riforme della giustizia volte a rinsaldare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della Giustizia, consentirà che l’imminente rinnovo del Consiglio superiore della magistratura si svolga con nuove regole affinché questa istituzione, presidio costituzionale e imprescindibile dei principi dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario, principi irrinunciabili, «possa – per riprendere proprio le parole del presidente Mattarella – svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare. Un grazie sentito a tutti e a ciascuno di voi”, ha concluso il ministro.