Ventesima udienza in Vaticano sull’utilizzo dei fondi della Segreteria di Stato. Oggi a rispondere alle domande del Promotore di Giustizia Alessandro Diddi, è stato il finanziere Raffaele Mincione, accusato di truffa, peculato, abuso d’ufficio, appropriazione indebita, e autoriciclaggio. “Sono stato scuoiato dai media come un delinquente – la lamentela di Mincione durante la sua deposizione spontanea – mi occupo di finanza strutturata da trent’anni e non ho mai avuto procedimenti di alcun genere per il mio operato, pur lavorando in ruoli apicali per le principali banche d’affari del mondo”. Mincione ha spiegato la sua posizione partendo dal suo vissuto professionale: “Dal 2009 ho fondato un gruppo indipendente fatto di varie realtà, tutte sottoposte alla sorveglianza dei regolatori europei, oltre che dei controllori interni e esterni a vari livelli. Nessuno dei controllori istituzionali, a nessun livello, né prima né dopo l’inizio di questa inchiesta, ci ha mai mosso obiezioni rispetto ai valori e ai nav che abbiamo attribuito ai nostri asset”. Sul Palazzo di Londra, Raffaele Mincione ha scaricato sulla Segreteria di Stato il mancato affare: “ha pubblicizzato a livello mondiale una presunta “truffa”, che non è il modo migliore per “conquistare” e creare appeal verso possibili investitori – ha evidenziato Mincione –  in ogni caso trovo strano che il contratto di vendita sia stato secretato mentre mi imputano addirittura una truffa!” Rispondendo ad Alessandro Diddi, Raffaele Mincione ha poi sottolineato: “per accontentare la Segreteria di Stato abbiamo deciso di vendere le nostre partecipazioni in 60 Sloane Avenue al valore della nav alla fine del 2018 riprendendoci i titoli del fondo che come ho detto hanno poi guadagnato molto. Contrattualmente, non eravamo neppure costretti a farlo”. Infine ha voluto smarcarsi da Gianluigi Torzi: “persona che conoscevo e col quale avevo fatto alcuni deal in precedenza, ma io non ho mai fatto nulla perché Torzi fosse incaricato dal Vaticano e anzi non l’ho saputo fino all’ultimo secondo”.