Il dollaro statunitense ha raggiunto oggi la parità con la moneta unica europea, non succedeva da vent’anni. Il progressivo rallentamento dell’economia in Europa generato dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino sta lentamente deprezzando la moneta.

Le cause

L’andamento positivo del dollaro rispetto all’euro è causato da come i due continenti stanno reagendo in modo diametralmente opposto al conflitto in Ucraina.

L’eurozona sta vedendo concretizzarsi sempre di più lo spettro di una recessione dovuta alla crisi alimentare ed energetica, la quale produrrà probabilmente un ritardo nel rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce. Tassi che invece gli Stati Uniti, essendo indipendenti dal punto dell’energia, hanno deciso di alzare attuando una politica monetaria molto aggressiva.

Tali modalità di reazione stanno spingendo i mercati internazionali ad acquistare sempre più valuta statunitense rispetto a quella europea, indebolendo naturalmente il potere d’acquisto di quest’ultima.

Gli effetti

Le ricadute economiche di questo scenario possono essere sia positive che negative.

Da un lato, il deprezzamento dell’euro potrebbe comportare una maggiore capacità di esportazione di beni e servizi da parte dei paesi dell’eurozona. Dall’altro, tale facilitazione potrebbe non essere compensata sul fronte della produzione interna a causa dello stato inflativo presente al momento nel continente.

In Italia, ad esempio, a causa della vasta offerta turistica del territorio potrebbe verificarsi un aumento sostanziale degli arrivi dagli Stati Uniti, anche se parallelamente diminuirebbe la nostra capacità di esportazione relativa.