La Francia si è svegliata con un presidente fortemente indebolito dai risultati delle elezioni legislative. Il successo riportato il 5 maggio, quando Emmanuel Macron ha trionfato alle presidenziali, si è rivelato transitorio e oggi, a poco più di un mese dalla rielezione, il presidente si trova in mezzo a due fuochi.

Da una parte c’è la sinistra unita guidata da Jean Luc Mélenchon, dall’altra l’estrema destra di Marine Le Pen che ottiene un successo clamoroso e conquista, secondo i primi dati, tra i 90 e i 100 seggi. Come farà ora Macron a governare? È questo l’interrogativo che assilla i francesi, protagonisti di una nuova rivoluzione alle urne, che ha tolto al presidente la maggioranza parlamentare.

Con una guerra in atto a un migliaio di chilometri, l’Europa aveva bisogno di un Eliseo forte. Ora invece il presidente si trova a dover fare i conti con un parlamento dalle posizioni molto differenti dalla sue su Ue, Nato e Russia.

Qualcuno ipotizza che si andrà alle elezioni anticipate. Sul tavolo, però, c’è anche l’ipotesi di un governo di coalizione con il centrodestra, quello stesso centrodestra bistrattato da Macron all’indomani della rielezione. Dopo essere stato riconfermato alla guida dell’Eliseo da un elettorato prevalentemente di centrodestra, infatti, il presidente francese ha formato un governo che vira decisamente a sinistra, nel tentativo di dare scacco matto all’avversario Mélenchon. Una mossa azzardata che finora si è rivelata perdente, visti i risultati delle elezioni legislative che hanno consegnato allo sfidante circa 150 seggi.

Macron ha anche un altro punto debole: l’assenza di un vero partito politico che lo sostenga. Distante dalla realtà concreta dei francesi, lontana dal territorio, la formazione del presidente non ha esitato a liquefarsi in un sistema spietato come quello del doppio turno.

Il risultato delle urne restituisce l’immagine di una Francia spaccata a metà tra il populismo di estrema destra e di sinistra, ma unita nella volontà di staccarsi da una politica lontana dalla gente. Per quanto distanti nell’ideologia, gli avversari di Macron hanno programmi politici molto simili. Tra i punti in comune ci sono l’aumento della spesa pubblica, l’abbassamento dell’età pensionabile, l’aumento delle tasse e prezzi calmierati. Come farà il presidente a mettere d’accordo tutti e a governare un paese che non crede più in lui?