Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito la procuratrice generale Iryna Venediktova e il capo dell’intelligence Ivan Bakanov. La decisione segue all’accusa di collaborazionismo con i servizi segreti russi.

Alto tradimento

Oltre ai due vertici, già sostituiti dai rispettivi vice, sembra che nel tradimento siano coinvolti più di sessanta dipendenti nei rispettivi uffici. La decisione rientra nel totale di più di seicento segnalazioni di alto tradimento all’interno dell’apparato amministrativo ucraino.

La notizia, rilasciata da Zelensky in un video, ha scosso l’opinione pubblica sopratutto perché la Venediktova era considerata una figura dall’alta caratura morale e istituzionale. A lei infatti si deve l’apertura delle indagini sui crimini di guerra russi durante il conflitto.

Viceversa Bakanov era in viso agli apparati governativi e alla stampa ucraina nella misura in cui giudicato inadatto al ruolo. Ex comico ed amico del presidente, sembra che la sua inadeguatezza abbia causato un’emorragia di informazioni che ha aiutato i russi a conquistare la città di Kherson, punto strategico fondamentale all’interno del conflitto.

Lo scenario attuale

Sono passati quasi cinque mesi dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. Lungi dal trovare un punto di svolta, i bombardamenti e le dichiarazioni di manifesta ostilità proseguono senza sosta.

Ultima in ordine di tempo è stata quella dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev il quale ha dichiarato pubblicamente che, qualora le forze ucraine penetrassero in Crimea, la risposta russa assumerebbe connotati potenzialmente catastrofici. La minaccia è stata prontamente smentita dal consigliere del presidente ucraino Mikhailo Podolyak, che ha definito le dichiarazioni dell’ex presidente russo come ridicole.

Parallelamente, l’ammiraglio Tony Radakin ha reso pubblica l’informazione secondo la quale circa un terzo della forza umana militare russa impiegata nel conflitto è andata perduta. Tale stima avrebbe rinforzato la percezione ucraina di voler ostinatamente sconfiggere l’esercito russo, soprattutto sul fronte sud-occidentale.