I pentastellati starebbero pensando al ritiro dei proprio ministri prima di mercoledì .La crisi di governo, come era prevedibile, ha prodotto un effetto rebound sui gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle. In queste ore concitate, il partito sta vivendo la sua ennesima spaccatura.

Con il ritiro anticipato dei ministri non c’è mediazione

Nonostante la smentita da parte di fonti ufficiali del Movimento, sembra che durante la riunione del Consiglio nazionale che si è svolta ieri all’interno dello stesso siano circolate voci su un possibile imminente ritiro dei ministri. La scelta, di fatto, significherebbe la fine di qualsiasi possibilità di mediazione futura tra i 5 Stelle e il governo.

La notizia ovviamente ha fatto precipitare i già divisi gruppi di deputati e senatori in forte stato di agitazione. Tipicamente come avviene in questi casi le fazioni si dividono tra chi è favorevole all’idea e chi è contrario. Quasi tutti i ministri, in primis Patuanelli e D’Incà, si sono espressi a sfavore della proposta, mentre molte componenti del partito minacciano di fare i bagagli, probabilmente per raggiungere la neonata formazione di Luigi Di Maio, Insieme per il Futuro.

Le reazioni del mondo politico

La crisi messa in opera da Conte ha profondamente scosso il mondo politico, tutti i partiti hanno infatti convocato i vertici e da ore non si fa che progettare e immaginare i possibili scenari futuri.

Le risposte del mondo politico esterno al Movimento 5 Stelle sono unite e, in forme diverse, esprimono forte dissenso. Pd, Italia Viva, Insieme per il Futuro e Azione hanno fatto leva sulla necessità di proseguire con Draghi come Presidente del Consiglio, soprattutto per far fronte alle difficili sfide geopolitiche ed economiche da affrontare. Lega e Forza Italia in un comunicato congiunto hanno posto l’attenzione sull’irresponsabilità dimostrata dal partito nell’aprire la crisi di governo. Rispetto a Berlusconi, Salvini è più propenso al voto anticipato, fortemente voluto da Giorgia Meloni. Entrambi i leader del centrodestra comunque sono concordi sul trascinare la crisi fino ai “tempi supplementari”.