La guerra in Ucraina continua senza giungere a un punto di svolta per favorire il cessate il fuoco. Le tensioni crescono anche tra alcuni leader. Biden e Zelensky si lanciano accuse a vicenda, e nel frattempo Ursula Von der Leyen ha deciso di recarsi una seconda volta a Kiev senza preannunciare la sua missione per motivi di sicurezza. Contemporaneamente la Cina, che fino a qualche tempo fa era vista come l’alleato di Putin più pericoloso, ha deciso di “rivedere” le proprie posizioni.

Le parole di Von der Leyen a Kiev

La presidente ha esortato tutti gli Stati membri del Consiglio europeo ad essere uniti nel concedere lo status di candidato Ue all’Ucraina. “Il mio auspicio è che guardando indietro, in questi ultimi venti anni, possiamo dire di aver preso la giusta decisione”. Anche ieri nella conferenza stampa congiunta con Zelensky, Von der Leyen ha ribadito il sostegno all’Ucraina nel percorso di avvicinamento all’Unione Europea, che potrebbe fare ulteriori passi in avanti nel vertice europeo programmato per il 23-24 giugno. “La Commissione sta preparando una opinione – sulla possibilità di concedere all’Ucraina lo status di paese candidato all’adesione all’Ue – Stiamo lavorando giorno e notte, e ti prometto – ha detto von Der Leyen a Zelensky – che lavoreremo senza tregua: le discussioni oggi aiutano a finalizzare la nostra opinione entro la fine della settimana prossima. Il vostro è un percorso basato sul merito. Apprezzo gli enormi sforzi e la determinazione che avete in questo processo, gli ucraini hanno dimostrato una forza incredibile. Sono profondamente convinta che, insieme, supererete questa guerra atroce, ricostruirete questo paese”.

Von der Leyen si è anche soffermata sui progetti per la ricostruzione di quelle parti dell’Ucraina distrutte dai combattimenti: “stiamo lavorando ad una piattaforma per la ricostruzione. C’è un enorme volontà di ricostruire, da parte dei paesi europei, di altri amici, delle istituzioni finanziarie, e naturalmente delle imprese. Quel che vogliamo fare è creare una comune direzione di lavoro, una road map per definire come organizzare la ricostruzione in piena trasparenza per aiutare l’Ucraina a rialzarsi dalle ceneri. L’Ucraina è pienamente titolare della ricostruzione, noi abbiamo una lunga esperienza su come gestire una ricostruzione, fare riforme, canalizzare gli investimenti.”

Cina: da noi nessun aiuto materiale alla Russia

Dopo giorni di silenzio, Pechino è tornato a parlare del conflitto tra Russia e Ucraina ribadendo che è necessario impegnarsi per favorire i colloqui di pace e che dalla Cina non è mai arrivato alcun aiuto materiale a Putin. Queste le parole del ministro della Difesa, Wei Fenghe al vertice sulla sicurezza dello Shangri-La Dialogue di Singapore, aggiungendo che la Cina ha sempre sostenuto i colloqui di pace e si è opposta alla fornitura di armi, mostrando pieno scetticismo sull’efficacia delle sanzioni. Il ministro ha ribadito, infatti, che Pechino ha «sempre sostenuto» il dialogo tra la Russia e l’Ucraina e che spera che gli Usa e la Nato tengano colloqui con Mosca «per creare le condizioni di un cessate il fuoco più rapido».

Lo stato dei combattimenti

Dagli Usa sono certi: in poche settimane la Russia controllerà la zona del Luhansk. Zelensky, intanto, ha comunicato che l’esercito ucraino sta procedendo alla graduale liberazione di territori nella regione di Kherson, registrando alcuni successi anche nella zona di Zaporizhzhia. La situazione invece non è positiva nel Severodonetsk. La caduta sembrerebbe ormai questione di ore: il governatore ucraino della regione di Luhansk, Gaidai, ha fatto sapere che le forze russe controllano ormai gran parte della città, ma non l’impianto chimico Azot, dove si troverebbero centinaia di militari ucraini nonché civili. La situazione quindi è molto simile a quella che si è verificata qualche settimana fa all’Azovstal di Mariupol. A sud-est di Severodonetsk, gli ucraini avrebbe respinto diverse offensive da parte dei russi.