(Adnkronos) – Da quando tre anni fa le forze armate hanno prestato il loro contributo al funzionamento del Mose l'alta marea ha smesso di essere un enorme problema per Venezia. I tecnici dell'Esercito, abituati a gestire gli assetti campali delle telecomunicazioni nei teatri operativi, hanno lavorato realizzando un ponte radio in grado di far dialogare tutte insieme le paratoie del Mose. "Il contributo che ha dato la Difesa è stato proprio quello di mettere a disposizione tutta la tecnologia, l'esperienza e la competenza delle forze armate nello specifico sul tema delle trasmissioni. E ha funzionato – spiega all'Adnkronos Luca Andreoli Direttore Generale di Difesa Servizi, società nata oltre 10 anni fa da un’intuizione dell’allora sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto – perché da quando tre anni fa si è dispiegata questa collaborazione, il Mose è stato alzato 45 volte e sono stati fatti oltre 100 test di perfezionamento del sistema stesso. L'acqua alta non ha più invaso Venezia e ora, terminato l'accordo per accompagnare il Consorzio Venezia Nuova deputato alla gestione del Mose ad una situazione di ordinarietà, c'è un passaggio di consegne a tutti gli effetti".  Domani, con una cerimonia ufficiale a Venezia, si celebra la conclusione delle attività militari in supporto al Modulo Sperimentale Elettromeccanico, la transizione delle responsabilità legate alla connettività e alla conduzione del sistema di erogazione dei flussi informativi del Mose. "Terminato l'accordo per accompagnare il Consorzio Venezia Nuova deputato alla gestione del Mose ad una situazione di ordinarietà, c'è un passaggio di consegne a tutti gli effetti. Noi lasciamo la strumentazione al Consorzio 'Venezia Nuova' ai cui tecnici passa la gestione degli apparati, non più militare. A loro, di fatto – spiega Andreoli – domani l'Esercito lascia le chiavi di tutto il funzionamento del ponte radio e, quindi, del meccanismo che consente l'innalzamento delle paratoie". Ma come è nata questa collaborazione tra forze armate e tecnici civili? "Come Difesa Servizi abbiamo stipulato un accordo insieme a Stato Maggiore Difesa e al Segretariato generale della Difesa di collaborazione con il Commissario che era stato appena istituito e nominato, l'architetto Elisabetta Spitz, per dare un contributo tecnico-operativo al completamento della fase di sperimentazione del Mose. Si è trattato di mettere insieme le forze per raggiungere un risultato concreto. Il Mose era pressoché realizzato, composto da diverse decine di paratoie, quello che mancava era farle funzionare tutte insieme. Serviva che le diverse decine di paratoie dislocate sulle tre bocche di porto della laguna dialogassero tra loro per alzarsi contemporaneamente e alzare di fatto la diga. Di qui la necessità di un sistema di comunicazione, ultima opera che doveva essere realizzata per fare in modo che il Mose funzionasse". "Queste sono attività che normalmente le forze armate fanno – continua all'Adnkronos il Direttore Generale di Difesa Servizi – contribuire e sostenere nelle emergenze le istituzioni e le organizzazioni civili. Un impegno durato tre anni per una operazione nella quale si sono avvicendati più di 300 militari del Reggimento trasmissione. Per quanto ci riguarda la missione è compiuta, ora entriamo nel campo dell'ordinarietà ma noi siamo sempre pronti. A Venezia auguro che questo straordinario esempio di intelligenza tecnica italiana possa assicurarle di preservarsi per altri due, tremila anni. Ci tengo a ringraziare le forze armate, sempre straordinariamente a disposizione non solo per dovere 'd'ufficio' del Paese ma anche con grande partecipazione, convinzione e orgoglio: un tesoro del Paese. Quando il sistema pubblico riesce a fare squadra, come in questo caso, i risultati arrivano e si vedono".  (di Silvia Mancinelli)   —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)