Non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. È quanto affermato da Papa Francesco rispondendo ad una domanda di padre Antonio Spadaro nell’intervista pubblicata oggi da Civiltà cattolica, la rivista dei Gesuiti, in relazione alla guerra in Ucraina.

“Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro – ha spiegato Bergoglio – un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato. Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: ‘Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro’. Ha concluso: ‘La situazione potrebbe portare alla guerra’. Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo”.

Francesco ha poi voluto sottolineare: “Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi”.

No ai ricatti delle superpotenze

Nel suo messaggio per la VI Giornata Mondiale dei Poveri che si celebra il 13 novembre 2022, il Papa ha invitato i fedeli a considerare “quanti poveri genera l’insensatezza della guerra”. Dopo la pandemia “una nuova sciagura si è affacciata all’orizzonte, destinata ad imporre al mondo uno scenario diverso”.

La guerra in Ucraina “è venuta ad aggiungersi alle guerre regionali che in questi anni stanno mietendo morte e distruzione” ha ricordato Bergoglio puntando il dito contro “il diretto intervento di una ‘superpotenza’, che intende imporre la sua volontà contro il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Si ripetono scene di tragica memoria e ancora una volta i ricatti reciproci di alcuni potenti coprono la voce dell’umanità che invoca la pace”.