Sono oltre tremila le vittime civili in Ucraina. Questo il drammatico bilancio al 67esimo giorno di guerra, stilato dall’Ufficio dell’Onu per i diritti umani. L’Ohchr ha quantificato i civili che hanno perso la vita dall’inizio del conflitto, scoppiato lo scorso 24 febbraio a seguito dell’invasione da parte della Russia, in 3.153 persone. Tuttavia, riferisce sempre l’Onu, tale stima è probabilmente inferiore alla realtà a causa delle difficoltà di accesso ai dati. La stragrande maggioranza delle vittime è rimasta uccisa a causa dei bombardamenti e dei missili, specifica l’organizzazione astenendosi dall’attribuire le responsabilità dei bombardamenti.
Zelensky: la guerra finirà quando vinceremo
Il presidente ucraino non si fida dei russi. La risoluzione diplomatica del conflitto appare sempre più lontana, con i russi che continuano l’avanzata e Zelensky che incita i suoi a non arrendersi.
“La guerra finirà quando vinceremo”, ha dichiarato il presidente ucraino in un’intervista al giornale greco Kathimerini aggiungendo: “La fiducia nelle promesse e negli impegni da parte della Russia è pari a zero. Putin diceva che non avrebbe mai attaccato l’Ucraina invece hanno usato bombe al fosforo vietate a Mariupol, Kharkiv, Zaporizhzhia e altrove”.
Tajani: l’Onu poteva fare di più
“Sono preoccupato perché quando ci sono migliaia e migliaia di morti ai confini dell’Unione europea non possiamo dormire sonni tranquilli. Bisogna lavorare per la pace, forse si poteva fare di più, forse le Nazioni Unite potevano fare di più”. Queste le parole di Antonio Tajani, a margine della plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.
Il coordinatore nazionale di Forza Italia auspica la soluzione negoziale ma si dichiara favorevole all’invio delle armi in Ucraina: “Tutto ciò che si può fare a favore della pace deve essere fatto ma nello stesso tempo per arrivare a un tavolo di negoziato bisogna continuare a sostenere l’Ucraina, impedire che ci sia un’invasione totale del paese – dichiara – Ecco perché è giusto inviare armi, che non devono essere usate al di là dei confini dell’Ucraina, ecco perché è giusto infliggere sanzioni, ecco perché è giusto arrivare all’autosufficienza energetica”.
Milioni di tonnellate di grano bloccate
Non solo energia. A rischio ci sono anche le scorte alimentari di Europa e Nord Africa, come ha ricordato il direttore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite in Germania, Martin Frick. Sono milioni, infatti, le tonnellate di grano ferme in Ucraina a causa del blocco dei porti dall’azione militare russa. Frick ha affermato che circa 4,5 milioni di tonnellate di grano nei container nei porti ucraini non possono essere spostati a causa di rotte marittime non sicure o sono occupate, alcune delle quali sono anche state minate, nonché di porti inaccessibili.
“L’Ucraina è uno dei principali produttori mondiali di grano oltre ad essere un importante produttore di mais – ha spiegato Frick – Circa 30 milioni di tonnellate di mais e circa 25 milioni di tonnellate di grano sono state raccolte nel paese nel 2020, secondo le Nazioni Unite. Molti paesi del Nord Africa, in particolare, dipendono per la loro fornitura di cibo di base dal grano a basso costo proveniente dall’Ucraina”.