Risuonano da questa mattina le sirene anti-aereo in tutta l’Ucraina a partire dalla capitale Kiev, dove la popolazione viene invitata ad entrare negli appositi rifugi. La regione è stata bersaglio di sei attacchi russi avvenuti attraverso l’utilizzo di droni kamikaze presumibilmente acquistati dall’Iran. Intanto nel Donbass, soprattutto intorno a  Kherson, si continua a combattere e si prevedono scontri sempre più intensi.

La regione di Kherson teatro di scontri tra russi e ucraini

Nelle scorse ore l’esercito ucraino sta intensificando gli sforzi per consolidare le proprie posizioni o guadagnare terreno prima che il freddo inverno renda sempre più inaccessibile il territorio e più complesse le operazioni. Nel frattempo la Russia si sta preparando per la difesa della città di Kherson e sta portando avanti l’offensiva, fin qui respinta dalle truppe ucraine, per prendere il controllo di Bakhmut, nella provincia orientale di Donetsk. Le truppe del Cremlino stanno concentrando qui tutte le loro forze militari, anche con l’aiuto del gruppo di mercenari Wagner, per ottenere un simbolico successo militare che possa alleggerire un quadro ad oggi abbastanza negativo. Nonostante i combattimenti incessanti e continui, le truppe ucraine hanno respinto gli attacchi russi e nella provincia di Luhansk e avrebbero preso il controllo di una importante strada di collegamento fra le città di Svatove e Kreminna. 

La Russia bombarda le centrali elettriche

I successi sul campo per i russi sono sempre minori rispetto alle aspettative, perciò il Cremlino sta portando avanti una strategia ben precisa, quella del bombardamento di obiettivi strategici come le centrali elettriche ucraine. In questo modo Putin spera di pregiudicare il funzionamento dei sistemi di riscaldamento e rifornimento energetico della popolazione ucraina. Dalla Russia, inoltre, continuano a parlare dell’utilizzo da parte delle forze di Zelensky della cosiddetta “bomba sporca”, contenente materiale radioattivo. Fonti ucraine hanno smentito categoricamente l’affronto, sottolineando che tutto questo è solo una strategia allo scopo di porre le basi per l’uso di una “bomba sporca” proprio da parte delle truppe russe.

Il Cremlino indignato con l’Italia

I malumori russi non si concentrano solamente sul campo di battaglia, ma anche a livello diplomatico. Putin, attraverso la portavoce degli Esteri Zakharova, ha espresso parecchio malcontento sulla revoca dell’invito e la conseguente esclusione della Russia dalla riunione del Gruppo internazionale contro la proliferazione nucleare iniziata a Roma. Il Ministero degli Affari Esteri ha voluto puntualizzare la posizione italiana: «L’esclusione era stata preannunciata dall’Italia nella sua veste di presidente di turno». Ed essa, si legge in un comunicato diffuso dalla Farnesina, «è motivata non soltanto dalla brutale aggressione russa all’Ucraina» ma anche da «un atteggiamento sempre più polarizzante e non cooperativo adottato da Mosca nei principali fori internazionali di disarmo e non proliferazione».