Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio è arrivato questa mattina a Kiev per una visita diplomatica, lo riferiscono fonti Ansa. Nel frattempo, la tensione relativamente alla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia è altissima.
La visita
Di Maio ha raggiunto la capitale ucraina da Roma viaggiando in treno, accompagnato dal Capo di Gabinetto Luca Sabbatucci e il Vicario del Direttore Generale per la sicurezza della Farnesina Luca Franchetti Pardo. Al suo arrivo, è stato accolto dall’ambasciatore italiano in Ucraina Pier Francesco Zazo, che lo accompagnerà nel suo itinerario diplomatico.
Il Ministro incontrerà sia il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che il suo omologo Dmytro Kuleba e, oltre alla capitale Kiev, visiterà la vicina città di Irpin, particolarmente colpita dagli attacchi russi. Nella notte, nelle aree limitrofe alla zona dell’incontro, sono proseguiti attacchi missilistici che hanno devastato alcuni edifici e provocato vittime tra la popolazione civile.
La visita rientra in un quadro di incontri diplomatici che si sono succeduti rapidamente nelle ultime settimane. Ieri, il Primo Ministro uscente inglese Boris Johnson aveva incontrato lo stesso Zelensky, mentre pochi giorni fa c’era stato un importantissimo summit trilaterale tra il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antònio Guterres e il leader turco Tayyip Erdogan.
La centrale
Parallelamente alla visita di Di Maio, il presidente dell’Energoatom (l’agenzia nazione ucraina per l’energia atomica) Petro Kotin, ha dichiarato al Guardin che i timori paventati la settimana scorsa limitatamente ad un possibile spegnimento della centrale nucleare di Zaporizhzhia sono reali.
Sembra infatti che gli ingegneri russi abbiano elaborato una strategia finalizzata all’estromettere la centrale dalla rete elettrica ucraina, con il rischio concreto di deteriorare in modo irreversibile gli impianti di raffreddamento dell’impianto.
La notizia ha allarmato profondamente la comunità internazionale, al punto tale che l’Onu ha indetto una riunione straordinaria per discutere dei possibili sviluppi della vicenda. Lo stesso Guterres ha dichiarato che “la sicurezza dell’impianto deve essere garantita e l’impianto deve essere ristabilito come infrastruttura puramente civile. Qualsiasi ulteriore escalation potrebbe portare all’autodistruzione.”