Oggi ricorre l’anniversario del devastante terremoto che colpì il comune di Amatrice. Questa mattina ci sarà una commemorazione in ricordo delle vittime a cui presenzieranno diverse personalità del mondo politico e istituzionale.

La cerimonia

La celebrazione di oggi si dividerà in due momenti distinti, la deposizione della corona di fiori al memoriale per i caduti nel parco Don Minozzi e la Santa Messa, officiata dal vescovo di Rieti Domenico Pompili, presso il campo sportivo Tilesi della città. Oltre ad Amatrice, città maggiormente colpita dal sisma, altre manifestazioni in ricordo delle vittime saranno celebrate nel pomeriggio ad Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto.

Le commemorazioni saranno trasmesse in diretta dalla Rai, che dedicherà gran parte del palinsesto giornaliero al ricordo della tragedia. Già dalla mattina, oltre alla diretta, saranno disponibili sui canali televisivi e telematici (Raiplay), programmi e speciali di approfondimento.

Mentre alla deposizione sarà presente il Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, alla Messa parteciperanno il Segretario della Lega Matteo Salvini, il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il direttore dell’Inail Andrea Tardiola e il deputato di Fratelli d’Italia Paolo Trancassini. 

Il terremoto

Nella notte di sei anni fa un terremoto di magnitudo 6.0 della scala Richter originatosi a partire dalla città di Accumoli, devastò diverse città e piccoli comuni del centro Italia. Le scosse rasero praticamente al suolo la stessa Accumoli, ma anche Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto. Danni significativi, anche se in misura minore rispetto agli altri comuni, si verificarono a Norcia e Visso.

Verificandosi la settimana successiva a quella di Ferragosto, il numero delle vittime tra turisti e residenti è stato enorme, quasi trecento (in grossa parte provenienti da Amatrice). Oltre a questo, molti furono i danni a edifici pubblici, imprese, beni culturali, strade e soprattutto case. Enorme infatti il numero degli sfollati, che furono successivamente ricollocati in diverse zone limitrofe non colpite dal terremoto.