È ancora in corso l’offensiva israeliana contro la Jihad islamica nella Striscia di Gaza. Dopo l’inizio delle operazioni militari nella giornata di ieri, il ministro della difesa israeliano Benny Gantz ha fatto sapere che gli attacchi proseguiranno.
Breaking Dawn
Nella giornata di ieri l’esercito israeliano aveva iniziato a condurre un attacco mirato contro il gruppo militante palestinese Jihad islamica, riuscendo a colpire uno dei vertici dell’organizzazione, Tayseer al Jabari. L’operazione è stata chiamata “Breaking Dawn”.
In risposta all’offensiva, i militanti palestinesi hanno iniziato a indirizzare attacchi missilistici verso il centro e il sud di Israele, i quali sono stati tuttavia intercettati dal pionieristico sistema di difesa aerea Iron Dome. Secondo fonti ufficiali palestinesi, il bilancio dell’attacco israeliano è di tredici vittime, tra cui una bambina, e più di cento feriti, ma il conto è sicuramente destinato ad aumentare parallelamente al prosieguo degli scontri.
Infatti, il gabinetto di Benny Gantz, ministro della difesa, ha fatto sapere che Israele non ha intenzione di cessare le ostilità. «Il ministro ha deciso di proseguire gli sforzi offensivi contro la Jihad islamica, ponendo l’accento sulle operazioni volte a sventare il lancio di razzi contro Israele», si legge nel comunicato stampa.
La condanna
Un momento di tensione così alto nella regione non si vedeva da quando, poco più di un anno fa, era scattata la guerra degli undici giorni, la quale provocò un totale di più di duecento vittime palestinesi e una decina di vittime israeliane.
Come era prevedibile, la portata dell’offensiva ha scatenato le proteste dell’assemblea parlamentare della Lega Araba, la quale “ha condannato con la massima fermezza la brutale aggressione israeliana contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e il prendere di mira civili indifesi, provocando decine di morti e feriti, compresi bambini”. Inoltre, l’organizzazione ha chiesto l’intervento della comunità internazionale per far cessare le ostilità.