Si aggrava sempre di più il bilancio della strage della Marmolada, le vittime salgono a sette. La portata dell’evento è tale che il Presidente del Consiglio Mario Draghi si sta recando in queste ore a Canazei, paese limitrofo all’area della strage dove è stato allestito un centro di controllo.

La strage

Da ieri i soccorsi stanno lavorando senza sosta e anche questa notte il personale dei Vigili del Fuoco, del soccorso alpino e della Protezione Civile si è attivato nel tentativo rintracciare i nominativi che mancano ancora all’appello.

Come era prevedibile, la situazione appare sempre più compromessa. Le vittime accertate sono al momento sette, mentre otto risultano essere i feriti. Già in mattinata alcuni parenti si sono recati al Palaghiaccio di Canazei dove è stata allestita la camera ardente.

La gravità della situazione è tale che sia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che il Presidente del Consiglio Mario Draghi si sono messi in contatto con Maurizio Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento. In particolare Draghi si sta recando, in queste ore, a Canazei, dove incontrerà il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio insieme alle autorità locali e ai soccorritori per analizzare la situazione.

Il ghiacciaio

Da anni le temperature continuano a salire, ed erano giorni che, al di sopra dei tremila metri di altezza, nella zona della Marmolada, si registravano picchi di calore del tutto anomali rispetto alla media statistica del periodo.

La situazione al momento risulta essere critica perché la struttura geologica, in condizioni di normalità, dovrebbe essere costituita da un unico blocco di ghiaccio, ma è in realtà frammentata al punto tale che i complessi rocciosi sottostanti stanno affiorando. Tali masse, una volta affiorate, costituirebbero una fonte di calore interna al ghiacciaio stesso, generando un effetto moltiplicatore sulla temperatura dell’area, provocando di conseguenza scioglimenti improvvisi e valanghe come quelle che hanno causato la strage di ieri.

È troppo tardi?

A detta degli scienziati che monitorano l’area da anni, sembra che la situazione sia purtroppo già compromessa in modo irreversibile. Secondo recenti previsioni, sembra che in una trentina d’anni al massimo il ghiacciaio sarà completamente scomparso.

Roberto Colucci, glaciologo del Cnr, afferma infatti che: “Il ghiaccio, quindi, non esisterà più. E se, come da scenari climatici, la temperatura nei prossimi decenni dovesse aumentare a ritmo più accelerato, questa previsione potrebbe essere addirittura sottostimata e la scomparsa del ghiacciaio potrebbe avvenire anche più rapidamente. In ogni caso, anche se la temperatura restasse com’è, il ghiacciaio è già in totale disequilibrio con il clima attuale e quindi il suo destino appare comunque segnato”.

Oltre agli avvertimenti da parte degli scienziati, in mattinata anche Papa Francesco si è pronunciato sulla tragedia ponendo l’attenzione sugli effetti catastrofici del cambiamento climatico: “Preghiamo insieme per le vittime del crollo sul ghiacciaio della Marmolada, e per le loro famiglie. Le tragedie che stiamo vivendo con il cambiamento climatico ci devono spingere a cercare urgentemente nuove vie rispettose delle persone e della natura”.