Kiev chiude le forniture di gas che passano per Sokhranivka, uno dei due punti fondamentali per il transito verso l’Europa. Il gestore del sistema di trasporto del gas di Kiev (Grid) ha, difatti, annunciato che dalle 7 di questa mattina è necessario fermare l’impianto a causa dell’occupazione dei territori della regione del Donbas da parte delle forze russe. Secondo una nota riportata da Bloomberg, Grid fa sapere che “è ancora possibile per il gas essere reindirizzato alla stazione di compressione di Sudzha permettendo ai contratti europei di essere rispettati”. Da Sokhranivka passavano, al giorno, 32,6 dei 110 milioni di metri cubi di gas diretti in Europa, perciò il continente rischia di veder ridotto di almeno un terzo l’approvvigionamento proveniente dalla Russia.

Non appena è stata diramata la notizia, il prezzo del gas ha subito un rialzo, oscillando poco sotto quota 100 euro al Megawattora, dopo che per l’intera giornata di ieri era stato segnalato un lieve ribasso. Per ciò che interessa l’Italia, per ora non ci sono rischi all’orizzonte. Infatti, non si verificano rallentamenti nel sistema italiano sul fronte delle forniture di gas. Secondo i dati divulgati da Snam, il sistema è bilanciato e proseguono le iniezioni di gas in stoccaggio.

Kherson chiede l’annessione alla Russia

La città di Kherson, conquistata e guidata da una leadership filo-russa, ha intenzione di avviare una richiesta di annessione alla Russia. L’appello, giunto tramite Telegram, arriverebbe da Kirill Stremousov, il nuovo vice capo dell’amministrazione militare-civile della città. A questa notizia ha risposto Podoliak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, affermando che l’esercito ucraino libererà Kherson “indipendentemente dai giochi di parole inventati dagli occupanti”. Intanto il dipartimento per la protezione delle frontiere di Stato fa sapere che le truppe ucraine hanno ripreso il controllo di 1.200 chilometri di confine nella regione Kiev, Sumy e Chernihiv.

Lavrov: “La Russia non vuole la guerra con l’Europa”

Mentre il portavoce di Putin nega la possibilità di introdurre la legge marziale in Russia, il ministro degli esteri Lavrov si trova a Muscat, in Oman. Durante una conferenza stampa, ha affermato che “la Russia non vuole una guerra a livello continentale in Europa”, ma “speriamo e ci aspettiamo che la finalizzazione della nostra operazione militare e il raggiungimento di tutti i suoi obiettivi contribuiscano a fermare i tentativi dell’Occidente di minare il diritto internazionale e di ignorare e violare i principi della Carta delle Nazioni Unite, compreso il principio dell’uguaglianza sovrana degli Stati”. Il ministro auspica, inoltre, che l’Occidente freni la sua spinta verso l’affermazione di un mondo unipolare dominato dagli Usa.