Gli Stati Uniti sono chiamati oggi a rinnovare tutta la Camera e un terzo del Senato nelle cosiddette elezioni di medio termine, che si celebrano due anni dopo l’ultima elezione del Presidente. Contestualmente saranno eletti anche trentasei governatori di potenziali Stati chiave, pertanto l’occasione risulterà essere un banco di prova decisivo per l’amministrazione Biden, che è data attualmente sfavorita a vantaggio dei Repubblicani da tutti gli istituti di sondaggistica politica attenti al caso.

Una partita fondamentale

La campagna elettorale per le elezioni di medio termine si è giocata su tematiche che fanno eco sostanzialmente a quelle viste in occasione delle politiche italiane di poco più di un mese fa e che hanno eletto Giorgia Meloni nuovo Presidente del Consiglio.

Da un lato, le cosiddette forze progressiste e democratiche, appellandosi alla controversa sentenza che ha cancellato di fatto il diritto costituzionale ad abortire,  hanno fatto leva sulla possibilità paventata che, con la possibile vittoria dei Repubblicani, si sarebbe assistito ad una sostanziale regressione in merito ai diritti civilli e allo stato di salute delle istituzioni democratiche, agitando contemporaneamente lo spettro del ritorno di Donald Trump, che ha lasciato la Casa Bianca nella drammatica vicenda di Capitol Hill.

Dall’altro, le forze conservatrici hanno reagito non rispondendo in merito alle accuse che i Dem gli muovevano, puntando tutta la propria campagna politica concentrandosi su tematiche legate all’economia e alla lotta all’immigrazione clandestina. Problemi pratici dunque, e molto sentiti nella popolazione statunitense, piegata attualmente da un inedito aumento complessivo del costo generale della vita a fronte di un tasso di disoccupazione in crescita costante.

Per quanto riguarda invece il tema Ucraina, anche qui le due forze si dividono tra chi è favorevole a proseguire una strategia di sostegno incondizionato al Paese invaso nove mesi fa dalla Russia, e chi invece preferirebbe l’attuazione di politiche nazionaliste, tutte incentrate verso il sostegno dell’economia e del welfare interno, nel nome dello slogan “America First”.

I sondaggi

Gli ultimi sondaggi elaborati danno i Repubblicani in netto vantaggio, sostenendo che l’attuale percentuale di possibilità di conquistare la maggioranza assoluta alla Camera (che ricordiamo viene eletta nella sua interezza) supera di poco l’ottanta percento, mentre risulta essere più bassa di circa il trenta per cento al Senato.

Tutto dipende da una manciata di sfide incerte, soprattutto in Pennsylvania, Georgia, Nevada, Arizona, e subito dopo Ohio, Wisconsin, North Carolina e New Hampshire.

Gli scenari possibili sembrano quattro: vittoria di misura repubblicana (riprendendo la Camera); ondata repubblicana, con vittoria a valanga in entrambe le aule del Congresso e tra i governatori;  sopravvivenza dei democratici, che evitano il collasso tenendo il Senato; sorpresa dei democratici, che spinti soprattutto dal voto femminile rovesciano le previsioni.