In Italia prosegue insistentemente l’ondata di caldo mentre le precipitazioni scarseggiano ormai da settimane. La situazione è così grave al punto che il governo sta pensando di riunirsi per discutere l’entrata in vigore dello stato di emergenza per calamità a partire da luglio. Lo ha dichiarato anche il sottosegretario alla salute Andrea Costa sottolineando che “la preoccupazione delle Regioni è giustificata e il Governo condividerà un percorso con le Regioni. Dobbiamo sostenere il comparto agricolo, che non è solo produttivo ma vitale per il nostro Paese grazie al presidio e alla manutenzione del nostro territorio”.

Il settore agricolo in ginocchio

Con queste drammatiche premesse per il comparto agricolo si prospetta un anno difficile soprattutto ora che arriva il momento del raccolto. La siccità sta mettendo in ginocchio alcune Regioni e tutto gli agricoltori hanno stimato danni alle coltivazioni per un totale di un miliardo di euro. Solo nel bacino del Po, che ha toccato il livello più basso da 70 anni, sarebbe a rischio il 50% della produzione agricola; grave anche la situazione nella zona del Vercellese nelle colture di riso e sull’Appenino centrale.

La siccità attualmente sta mettendo a rischio numerose coltivazioni, dal riso al girasole, dal mais alla soia, ma anche le produzioni di grano e di altri cereali e foraggi per gli animali. Nei prossimi giorni le condizioni metereologiche non accenneranno a migliorare e Coldiretti lancia l’allarme: i danni a livello nazionale potrebbero superare i 3 miliardi e il 28% del nostro territorio è a rischio desertificazione.

Ipotesi razionamento dell’acqua

Con l’assenza di precipitazioni e le temperature al di sopra delle medie stagionali tutta l’Italia soffre di carenza d’acqua, per questo il Governo sta pensando all’introduzione del razionamento. Il governo Draghi sta lavorando a un intervento in tema siccità nel decreto Aiuti bis. Altra possibile misura da applicare nell’immediato sarà il razionamento dell’acqua che potrebbe portare anche a uno stop alla distribuzione durante la notte e il divieto di riempire le piscine in alcuni territori. Se queste prime soluzioni non porteranno agli effetti sperati, soprattutto nel settore agricolo, si dovrà procedere con l’attivazione dello Stato di emergenza limitato, però, solo alle zone più colpite. In questo caso la Protezione Civile avrebbe poteri straordinari per intervenire tempestivamente sulla gestione dell’acqua alle risorse economiche.