È morto nella sua casa nel Varesotto Roberto Maroni. Lo storico esponente della Lega, di cui era stato Segretario, aveva ricoperto importanti incarichi istituzionali nel corso della sua lunga carriera politica. Con la sua dipartita, se ne va una delle figure più rappresentative della seconda Repubblica.

La figura

Malato da tempo di una neoplasia cerebrale, la notizia della morte del politico è stata data per prima dalla famiglia che in un post sui social ha scritto: “Lunedì notte alle 4 il nostro caro Bobo ci ha lasciato. A chi gli chiedeva come stava, anche negli ultimi istanti, ha sempre risposto ‘bene’. Eri così Bobo, un inguaribile ottimista. Sei stato un grande marito, padre e amico. Chi è amato non conosce morte, perché l’amore è immortalità, o meglio, è sostanza divina. Ciao Bobo”.

Maroni era nato a Varese nel 1955, e nel corso della sua prestigiosa carriera politica era stato per due volte ministro (dell’Interno e del Lavoro), vicepresidente del Consiglio, presidente della Regione Lombardia e Segretario della Lega. Dopo la laurea in Giurisprudenza e le esperienze lavorative al Banco Ambrosiano e alla Avon, la sua carriera politica era cominciata con l’incontro a fine anni Settanta con il fondatore e leader della Lega Nord Umberto Bossi.

Nella Lega, di cui scherzosamente si definiva “la madre” del partito, si fa notare dallo stesso Senatùr, che lo vuole a tutti i costi come suo braccio destro, e con cui instaura un rapporto travagliato che tuttavia lo porta a percorrere una carriera fulminante.

Come prima tappa, nel 1992 venne eletto per la prima volta alla Camera, dove fu scelto come presidente del gruppo parlamentare. Invece, due anni dopo, con la vittoria della coalizione di centrodestra alle elezioni, venne nominato ministro dell’Interno. Tornò al governo sei anni dopo come ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e poi nel 2008 di nuovo come ministro dell’Interno.

Il primo luglio del 2012 Maroni venne eletto segretario del partito. Nel frattempo si candidò alle elezioni dell’anno successivo per la presidenza della Lombardia, che vinse con circa il 43 per cento dei voti. Come promesso in campagna elettorale, dopo l’elezione a presidente della regione si dimise da segretario della Lega: al suo posto venne nominato l’attuale Segretario Matteo Salvini.

Al termine del suo mandato decise di non ricandidarsi a causa del sopraggiungere delle conseguenze nefaste della patologia che lo ha portato alla morte.