L’avvocato di Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento Europeo attualmente sotto la bufera per l’inchiesta che la vede al centro di un pesante caso di corruzione internazionale, ha affermato che la sua assistita non era a conoscenza dei movimenti di denaro sospetti avvenuti nella propria abitazione. Nel frattempo, con il procedere delle indagini, la Kaili è stata destituita dalla sua carica e trasferita nel carcere di Haren, a Bruxelles.

In carcere

Michalis Dimitrakopoulos, questo il nome del legale che sta seguendo il caso Kaili, ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp che la sua assistita non avrebbe “nessuna relazione con il denaro trovato a casa sua, e che non era a conoscenza dell’esistenza di questo denaro”, ribadendo contestualmente la totale estraneità della stessa all’intero processo inquirente che la vede al centro di un caso di corruzione internazionale tra istituzioni europee e Qatar. 

Processo inquirente che, in ogni caso, a causa della giurisdizione belga, ha già portato in carcere sia la stessa Kaili che l’altro indiziato Antonio Panzeri (anche lui ex deputato del Parlamento Europeo), al momento entrambi dietro alle sbarre della struttura di Haren, la stessa dove, per intendersi, è attualmente detenuto il terrorista internazionale Salah Abdeslam (unico sopravvissuto alla strage del Bataclan). Inoltre, la Kaili ieri è stata destituita dalla carica di vicepresidente con voto all’unanimità da parte del Parlamento Europeo.

Dopo lo scandalo, il gruppo dei Socialisti e Democratici, quello più coinvolto, ha chiesto la sospensione di tutti i parlamentari coinvolti, compresi quelli che hanno solo legami lavorativi con gli assistenti il cui ufficio è stato perquisito, mentre la Presidente Metsola ha descritto l’istituzione come “sotto attacco”, garantendo che “non ci sarà impunità” per eventuali colpevoli. La Presidente ha inoltre annullato un’indagine interna per esaminare i fatti e “valutare come i nostri sistemi possono diventare ancora più sicuri”.