La quattordicesima udienza del processo che si celebra in Vaticano per far luce sull’utilizzo dei fondi della Segreteria di Stato, ha fatto registrare un colpo di scena: monsignor Alberto Perlasca, l’accusatore principale del cardinale Angelo Becciu, ha chiesto di costituirsi parte civile. Il prelato ha depositato questa mattina l’istanza per il tramite dell’avvocato Alessandro Sammarco. Perlasca chiede i danni allo stesso Becciu in relazione all’accusa di subornazione e a Crasso, Tirabassi, Torzi e Squillanti in relazione all’accusa di truffa.

Becciu su Perlasca, parlai con il vescovo di Como per esprimere il mio dispiacere

In merito all’accusa di subornazione, il cardinale ha negato di aver mai chiesto al vescovo di Como, monsignor Cantoni, di fare pressione su Alberto Perlasca. Angelo Becciu, citando alcuni giornali, ha spiegato di aver appreso delle dichiarazioni che stava consegnando Perlasca agli inquirenti vaticani, ritenute dal cardinale fasulle, ma non volendo intervenire sul monsignore, che stava attraversando un momento personale difficile, decise di confidarsi con il vescovo di Como.

Ho ritenuto di confidarmi – ha spiegato Becciu – esprimendogli tutto il mio dispiacere e il mio dolore nell’apprendere che Mons. Perlasca raccontava falsità, dicendogli che se veramente Perlasca aveva detto quanto leggevo sui giornali, sarei stato costretto, con profondo dolore, a tutelare la mia onestà, e quindi, mio malgrado, denunciarlo per calunnia”.

Spes: destinazione caritativa delle donazioni

Nella memoria letta in aula, il prelato ha voluto sottolineare che tutte le elargizioni a favore della cooperativa Spes della “Segreteria di Stato, nel 2015 e nel 2018 hanno avuto una destinazione caritativa”. Quindi ha sottolineato che l’opera prestata dal fratello era a titolo gratuito e di non aver mai elargito soldi della Segreteria di Stato ai suoi familiari.

Marogna aveva contatti di alto livello

Su Cecilia Marogna ha dichiarato: “Questo rapporto è stato distorto con illazioni offensive, di infima natura, lesive – anche – della mia dignità sacerdotale”. Il porporato ha difeso la collaborazione con la manager sarda, esaltandone le capacità professionali e i contatti di ‘alto livello”. Secondo quanto riferito dal cardinale, la Marogna si sarebbe resa protagonista di una trattativa, tramite la società d’intelligence britannica Inkerman, per la liberazione di una suora in Colombia e che i pagamenti effettuati in suo favore, erano stati autorizzati dal Papa.

Ciferri donna fredda arrogante e insolente

Becciu parla anche di un’altra donna, Genoeffa Ciferri, persona vicina a, definita “fredda, arrogante e insolente”. Il cardinale ricorda che la donna aveva telefonato a suo fratello anticipandogli cosa sarebbe accaduto, vale a dire la perdita delle prerogative cardinalizie. Becciu si è infine chiamato fuori rispetto a qualsiasi responsabilità in relazione al palazzo di Londra.