Il Consiglio Affari Energia è convocato oggi nel tentativo cercare di trovare una un’intesa di massima sulla possibilità di introdurre un meccanismo di controllo del prezzo del gas. L’idea era stata proposta dalla Commissione Europea e sarà in agenda insieme ad un pacchetto di misure di contrasto al caro energia che rischia di far precipitare l’eurozona in uno scenario recessivo. In previsione del meeting, molti Paesi hanno criticato la bozza di progetto della Commissione, ritenendola insufficiente a limitare tali possibilità.

No al price cap statico

I Paesi che erano a favore della proposta originaria di imporre un tetto al prezzo del gas di tipo dinamico, riunendosi prima del Consiglio di oggi, hanno deciso di non aderire alla proposta della Commissione Europea di introdurre un price cap statico.

Le riserve sono giunte non solo dall’Italia e dalla Francia, originali sottoscrittori della proposta, ma anche da quelli che sono considerati i Paesi scettici, tra cui la Polonia e la Spagna, che, per voce dei rispettivi ministri dell’Ambiente, hanno definito la proposta alla stregue di una barzelletta.

Nello specifico, il ministro Pichetto Fratin, ha dichiarato che “c’è la condivisione di non aderire al piano presentato dalla Commissione Ue. La posizione a questo punto è valutare complessivamente sia la proposta della Commissione sul price cap sia gli altri termini dell’accordo che possono riguardare gli altri temi, come la solidarietà e la trasparenza, ma tutto in un unico blocco. E su questo terremo la posizione alla riunione di questa mattina”.

Simili le affermazioni dell’omologo francese Agnes Pannier-Runacher, che ha definito la proposta sul price cap della Commissione “non sufficiente. Bisogna continuare a lavorare sulle relazioni con la Norvegia per limitare il prezzo del gas ma anche sul disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità e continuare a lavorare ugualmente su una profonda riforma del mercato”.

Più dura la risposta da parte del ministro della Transizione Energetica Teresa Ribeira, la quale prima di entrare al Consiglio dell’Energia ha detto che “così come è stato concepito appare uno scherzo di cattivo gusto da parte della Commissione europea e la maggioranza degli Stati membri guarda con preoccupazione a ciò”.