I prezzi del gas in Europa continuano a diminuire nonostante le minacce del ministro dell’Energia e vicepremier russo, Aleksandr Novak, di dirottare altrove le forniture destinate all’Europa. Novak ha recentemente affermato che la Russia potrebbe rivolgersi ad altri mercati se l’Europa non accetta di pagare prezzi più elevati per il gas russo. Tuttavia, queste minacce non sembrano aver sortito alcun effetto sui prezzi del gas in Europa, che sono rimasti stabili o in calo nelle ultime settimane.
Calo inaspettato
Il prezzo del gas ha subito una forte discesa negli ultimi giorni, raggiungendo valori ancora più bassi di quelli registrati prima dell’invasione della Russia in Ucraina. Al momento dell’apertura del mercato, alla borsa di Amsterdam, il prezzo si attestava sopra la soglia di 90 euro, ma ha subito un calo del 4,2% a 88 euro al megawattora.
Nonostante questo calo, il prezzo del gas ha continuato a diminuire, arrivando a 83,9 euro al megawattora, un livello ancora più basso di quello di 88 euro raggiunto il 23 febbraio, il giorno precedente all’invasione dell’Ucraina.
Il calo dei prezzi del gas in Europa è stato attribuito dagli analisti a diversi fattori, tra cui una maggiore produzione di gas naturale negli Stati Uniti, un inverno mite che ha ridotto la domanda di riscaldamento, e una maggiore disponibilità di altre fonti di energia, come il carbone e il petrolio.
Parole inefficaci
Nonostante le parole minacciose del vicepremier e ministro dell’Energia russo Aleksandr Novak, che all’agenzia Tass aveva preannunciato l’intenzione della Russia di diversificare le sue forniture di gas, dirottandole verso altre aree del mondo, i mercati internazionali hanno reagito positivamente, negando di fatto la sostanza delle affermazioni del politico.
Sempre secondo quanto riferito dall’agenzia, la decisione è stata presa in considerazione della crescente domanda di gas in altre parti del mondo e della volontà della Russia di espandere la propria base di clienti.