(Adnkronos) – Far conoscere il porto di Gioia Tauro, tra punti di forza, criticità e potenzialità straordinarie che dal Mezzogiorno si prospettano per l'Italia e l'Europa. E' l'obiettivo del libro 'Andata in porto, Gioia Tauro la sfida vincente' (edito da Rubbettino), scritto da Giuseppe Soriero, presidente dell'Accademia di Belle Arti di Roma e già sottosegretario di Stato ai Trasporti e alla Navigazione dal 1996 al 1998. Il volume è stato presentato questa mattina a Roma nella cornice di Palazzo Colonna.  L'evento, organizzato dall'autore Giuseppe Soriero, in collaborazione con Confitarma (Confederazione Italiana Armatori), è stato coordinato da Luca Sisto, direttore generale di Confitarma. Sono intervenuti Nicola Carlone, comandante generale del corpo delle Capitanerie di Porto, e Francesco Verderami, giornalista del Corriere della Sera. ''Auspico che venga fuori un dibattito per valorizzare una grande novità produttiva'', ha detto l'autore che nel libro sottolinea che con ''3,5 milioni di Teus'' Gioia Tauro è ''il primo scalo italiano per il movimento delle merci nel Mediterraneo'' puntando anche l'attenzione sull'importanza di un raccordo tra ''lo scalo calabrese e Genova per il trasporto ferroviario dei container''. ''Nel libro – spiega l'autore durante la presentazione – c'è una foto storica in cui compaiono le contadine con le ceste piene di arance in testa nella stazione di Rosarno. Cento anni fa c'erano i vagoni a Gioia Tauro e la ferrovia''. ''Il nostro Paese ha rinunciato alla sua essenza che è il mare. E invece dobbiamo rimettere il mare al centro del Paese – ha detto Sisto – C'è tanto da lavorare. Per essere un Paese marittimo non basta l'acqua ci vuole una politica marittima. Confitarma in questo crede molto. Attendiamo quindi che il mare venga rimesso al centro della nostra politica marittima, da questo punto di vista abbiamo avuto anche dei segnali importanti, per esempio la nascita del ministero delle politiche del mare, che è uno dei tasselli del nostro processo di marittimizzazione del paese''.  ''Parlando di porti – ha poi sottolineato direttore generale di Confitarma – c'è un tema a me molto caro che è quello della rappresentanza armatoriale nei comitati di gestione portuali, che oggi si chiamano organismi di partenariato. Secondo me l'armatore nazionale italiano deve essere sempre presente in questi organismi anche quando un porto è frequentato da altri vettori stranieri molto grandi perché è l'armatore della nazione del porto. Quando poi ci sono altri operatori di rilevanza non italiani è giusto che anche loro si seggano ma la rappresentanza dell'utenza portuale deve essere in primis quella dell'armatore nazionale''.  Mario Mattioli, presidente di Confitarma ha poi aggiunto che ''raccontare il mare non è un'operazione facile, stiamo facendo un'opera di divulgazione per rendere fruibile a tutti l'importanza delle vie del mare''. ''Qualche tempo fa per far capire a un gruppo di amici di mia figlia l'importanza del mare ho usato questo slogan: no shipping, no shopping. Senza le vie del mare i negozi sarebbero vuoti'', ha detto. Infine il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto ha sottolineato: ''Il nostro dna è il porto. Il porto è l'elemento trainante della nostra economia, anche durante il covid i porti non si sono mai fermati''. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)