È stata avviata ufficialmente la costruzione della rete di radiotelescopi ad alta precisione finalizzati allo studio astronomico. Si chiamerà Square Kilometre Array, sarà l’infrastruttura del genere più grande del mondo e permetterà di osservare aree dell’Universo mai viste prima. Il progetto partirà dall’Australia e il Sudafrica, ma coinvolgerà molte altre parti del mondo, per una spesa complessiva che si aggira intorno ai due miliardi di dollari.

Square Kilometre Array

Il progetto dello Square Kilometre Array trova il suo compimento oggi dopo la sua ideazione, avvenuta quasi trent’anni fa, nel 1993, e sarà portato a compimento fra circa cinque anni. L’estensione e la portata dell’infrastruttura ha visto la collaborazione di quindici Paesi, Italia compresa.

Il nome è stato dato al progetto perché prevede l’estensione dei radiotelescopi su una superficie ampia circa un chilometro quadrato (prevalentemente in Sud Africa e Australia), realizzando una vasta rete di parabole (più di cento) larghe più di quindici metri e permetterà di rilevare dati utili su alcune delle più grandi questioni aperte dell’astrofisica, come la storia dell’idrogeno, l’elemento più abbondante nell’Universo.

Permetterà inoltre di studiare i cosiddetti “lampi radio veloci”, impulsi radio ad alta energia della durata di pochi millesimi di secondo provenienti dallo Spazio, di cui non si conosce ancora l’origine. Potrà essere usato anche per ricevere eventuali segnali di vita extraterrestre.

I segnali radio ricevuti da diversi radiotelescopi vengono combinati da una rete di computer tenendo conto della distanza fisica tra i ricevitori e della differenza di tempo tra l’arrivo del segnale a ciascun ricevitore.

Secondo le previsioni, la costruzione della rete di radiotelescopi costerà all’incirca due miliardi di dollari. Fra due anni dovrebbe iniziare a funzionare la prima parte della rete e nel 2028 inizierà a funzionare con mezzo chilometro quadrato di ricevitori.