Non sembra concludersi il periodo nero del Partito Democratico, sempre più in difficoltà dopo la pesante sconfitta subita nell’ultima tornata elettorale. Nelle due partite di maggior peso, le prossime elezioni regionali in Lombardia e Lazio, il partito guidato da Enrico Letta è al centro dell’ennesima diatriba interna tra chi sostiene le scelte identitarie del leader, ritenute fallimentari da una parte del gruppo, e chi invece vorrebbe aprire il discorso alleanze, possibilmente aprendo nuovamente un canale di discussione con il Movimento 5 Stelle.

In Lombardia

L’ufficializzazione di una candidatura di peso come quella di Letizia Moratti, sostenuta dal Terzo Polo, ha terremotato un’altra volta il partito guidato da Enrico Letta nel caos. A nulla sono servite le lusinghe che il Partito Democratico aveva fatto all’economista Carlo Cottarelli e all’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Entrambi si sono tirati fuori dalla partita elettorale più importante del prossimo anno: le elezioni per nominare la nuova presidenza e giunta regionale della Lombardia.

Ora il gruppo si trova nella scomoda situazione di dover ricominciare da capo, lacerato internamente tra due visioni contrapposte. La prima vorrebbe allearsi con il partito guidato da Carlo Calenda, mentre la seconda preferirebbe confrontarsi autonomamente con la sfida elettorale.

Al momento sembrerebbe che il Partito Democratico propenda per la prima, e infatti non è un caso che in funzione anti-Moratti cominci a circolare anche il nome della rappresentante per le politiche estere del gruppo Lia Quartapelle, donna giovane, espressione del territorio e riformista ma di sinistra.

Nel Lazio

Controversa anche la partita per le regionali nel Lazio, apertasi dopo le dimissioni da Presidente di Nicola Zingaretti. Anche qui il Partito Democratico si trova nel dubbio se sostenere con il Terzo Polo l’assessore D’Amato o cercare di ricostruire il famoso “campo largo” particolarmente sostenuto dall’area facente capo al dirigente Goffredo Bettini.

Un rebus a geometria variabile per un campo che da largo si è fatto via via più stretto e adesso rischia persino di perdere altri pezzi. Vedi Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che si sono proposti come mediatori tra Pd e M5S ma, nel caso ricucire risultasse impossibile, intendono tenersi le mani libere.

“Alle politiche c’è stata un’alleanza elettorale con il Pd ma, come abbiamo ripetuto più volte, c’erano diversi punti su cui non eravamo d’accordo, dalla guerra al governo Draghi. Ora, passata quella fase, si riparte da zero. Punto e a capo”, ha dichiarato il Segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, mentre Carlo Calenda ha affermato: “Sto dialogando con il Pd da molto tempo su Moratti e su D’Amato, anche se le due cose non sono collegate”