“Il discernimento non pretende una certezza assoluta, perché riguarda la vita, e la vita non è sempre logica, presenta molti aspetti che non si lasciano racchiudere in una sola categoria di pensiero”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’udienza generale proseguendo la sua catechesi sul discernimento e sul potere della preghiera. Essa, ha sottolineato il Pontefice, “preghiera è un aiuto indispensabile per il discernimento spirituale, soprattutto quando coinvolge gli affetti, consentendo di rivolgerci a Dio con semplicità e familiarità, come si parla a un amico. È saper andare oltre i pensieri, entrare in intimità con il Signore, con una spontaneità affettuosa”.

“Questa familiarità vince la paura o il dubbio che la sua volontà non sia per il nostro bene, una tentazione che a volte attraversa i nostri pensieri e rende il cuore inquieto e incerto”, ha aggiunto il Papa sottolineando che “vorremmo sapere con precisione cosa andrebbe fatto, eppure, anche quando capita, non per questo agiamo sempre di conseguenza”. “Non siamo solo ragione, non siamo macchine, non basta ricevere delle istruzioni per eseguirle: gli ostacoli, come gli aiuti, a decidersi per il Signore sono soprattutto affettivi”.

“Discernere non è facile – assicura Francesco – perché le apparenze ingannano, ma la familiarità con Dio può sciogliere in modo soave dubbi e timori, rendendo la nostra vita sempre più ricettiva alla sua «luce gentile», secondo la bella espressione del Santo John Henry Newman”. “Chiediamo questa grazia: di vivere una relazione di amicizia con il Signore, come un amico parla all’amico. È una grazia che dobbiamo chiedere gli uni per gli altri: vedere Gesù come il nostro Amico più grande e fedele, che non ricatta, soprattutto che non ci abbandona mai, anche quando noi ci allontaniamo da Lui”.

Un pensiero per l’Ucraina

Dopo la catechesi dell’udienza generale, le parole del Papa si intrecciano ancora una volta con le laceranti e profonde ferite del popolo ucraino. “Un pensiero alla martoriata Ucraina, che sta soffrendo tanto, quel povero popolo così crudelmente provato”. La voce di Francesco si fa sommessa e su quel tono soggiunge: “Questa mattina ho potuto parlare con il cardinale Krajewski che era di rientro dall’Ucraina e mi ha raccontato cose terribili. Pensiamo all’Ucraina e preghiamo per questo popolo martoriato”.