La figura dei nonni tra passato e futuro è al centro dell’omelia che Papa Francesco ha tenuto al Commonwealth Stadium di Edmonton, in Canada. “Siamo figli di una storia da custodire – ha detto il Pontefice – Non siamo individui isolati, non siamo isole, nessuno viene al mondo slegato dagli altri. Le nostre radici, l’amore che ci ha atteso e che abbiamo ricevuto venendo al mondo, gli ambienti familiari in cui siamo cresciuti, fanno parte di una storia unica, che ci ha preceduti e generati. Non l’abbiamo scelta, ma ricevuta in dono; ed è un dono che siamo chiamati a custodire”.

Francesco esorta ad “accogliere veramente chi siamo e quanto siamo preziosi” e per farlo “abbiamo bisogno di assumere in noi coloro da cui discendiamo, coloro che non hanno pensato solo a sé stessi, ma ci hanno trasmesso il tesoro della vita”. “Grazie ai nonni abbiamo ricevuto una carezza da parte della storia che ci ha preceduto: abbiamo imparato che il bene, la tenerezza e la saggezza sono radici salde dell’umanità”.

La Chiesa impari a non opprimere la coscienza e la libertà dell’altro

“Dai nonni abbiamo appreso che l’amore non è mai una costrizione, non priva mai l’altro della sua libertà interiore”, ha detto il Papa in occasione della festa dei Santi Gioacchino e Anna. “Cerchiamo di imparare questo come singoli e come Chiesa mai opprimere la coscienza dell’altro, mai incatenare la libertà di chi ci sta di fronte e, soprattutto, mai mancare di amore e di rispetto per le persone che ci hanno preceduto e ci sono affidate, tesori preziosi che custodiscono una storia più grande di loro”.

Attenzione all’ “indietrismo” che è caricatura della tradizione

Papa Francesco mette in guardia dall’ “indietrismo”. “Stiamo attenti a non cadere nella caricatura della tradizione – ammonisce il Pontefice – che non si muove in una linea verticale – dalle radici ai frutti – ma in una linea orizzontale – avanti/indietro – che ci porta alla cultura dell’“indietrismo” come rifugio egoistico; e che non fa altro che incasellare il presente e conservarlo nella logica del “si è sempre fatto così”.

La tradizione non è custodire ceneri. “Coloro che ci hanno preceduto ci hanno trasmesso una passione, una forza e un anelito, un fuoco che tocca a noi ravvivare – spiega Bergoglio – non si tratta di custodire delle ceneri, ma di ravvivare il fuoco che essi hanno acceso”. “Tante volte si misura la vita in base ai soldi che si guadagnano, alla carriera che si realizza, al successo e alla considerazione che si ricevono dagli altri. Ma questi non sono criteri generativi”, aggiunge Francesco, che prosegue: “È facile criticare, ma il Signore non ci vuole solo critici del sistema, non ci vuole chiusi e “indietristi”, ma artigiani di una storia nuova, tessitori di speranza, costruttori di futuro, operatori di pace”.

Costruiamo un avvenire in cui gli anziani non vengano scartati

Papa Francesco invita i fedeli a “costruire un avvenire migliore”. “Un avvenire – sottolinea Bergoglio – dove gli anziani non vengono scartati perché funzionalmente ‘non servono più’; un avvenire che non giudichi il valore delle persone solo da quanto producono; un avvenire che non sia indifferente verso chi, ormai avanti con l’età, ha bisogno di più tempo, ascolto e attenzione; un avvenire in cui per nessuno si ripeta la storia di violenza ed emarginazione subita dai nostri fratelli e sorelle indigeni”. Questo futuro è possibile, dice Francesco, “se, con l’aiuto di Dio, non spezziamo il legame con chi ci ha preceduto e alimentiamo il dialogo con chi verrà dopo di noi: giovani e anziani, nonni e nipoti, insieme. Andiamo avanti insieme, sogniamo insieme”.