La Pubblica Amministrazione, dopo più di 28 anni, compie un importante passo verso il digitale. Dal 2022-23, infatti, i concorsi della PA passeranno attraverso il portale inPA, progetto finanziato anche grazie al NextGenerationEU. Digitalizzazione, semplificazione, parità d’accesso e equilibrio di genere sono le parole che hanno ispirato questa riforma digitale del pubblico impiego.

Concorsi, addio alla Gazzetta ufficiale

Dal prossimo novembre i bandi di concorso pubblico non saranno più pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale come da prassi. Gli interessati all’iscrizione dovranno passare per la piattaforma InPA, progettata per volere del Ministero della Pubblica Amministrazione guidato fino a poco tempo fa da Renato Brunetta. L’idea all’origine dello sviluppo della piattaforma è stata quella di traghettare la PA verso una transizione digitale necessaria a partire dalla creazione di uno strumenti che sia una sorta di Linkedin del pubblico impiego.

Cosa cambia nelle procedure dei concorsi pubblici

Già dal primo luglio scorso le amministrazioni pubbliche centrali e le autorità indipendenti avevano la possibilità di pubblicare i bandi di concorso non solo in formato cartaceo ma anche in digitale attraverso InPA. Dal 1° novembre invece la pubblicazione sulla piattaforma diventerà obbligatoria ed estesa anche alle Regioni e agli enti locali. Per accedere al portale, come accade anche per altri siti della pubblica amministrazione, si utilizzerà lo Spid, la Carta d’identità elettronica o la Carta nazionale dei servizi. Nel percorso del concorso pubblico e successivamente nell’esito finale positivo, inoltre, vengono introdotte altre novità.

Assunzione degli idonei

La riforma introdurrà anche un altro obbligo: dalla prima prova selettiva dei candidati all’assunzione dei vincitori del concorso non potranno passare più di 120 giorni.

Parità di genere

Sul fronte della parità di genere, la nuova regolamentazione stabilisce che nel caso in cui due candidati abbiamo raggiunto lo stesso punteggio, si darà priorità alla persona del genere meno rappresentato all’interno dell’ente pubblico (solo quando lo scarto è superiore al 30%).

Requisiti di preferenza

La riforma sui concorsi pubblici introduce anche delle vie preferenziali che riguardano alcune categorie: figli di medici e altro personale ospedaliero deceduto per Covid contratto durante il servizio; gli atleti dei gruppi sportivi militari e civili dello Stato; chi ha svolto con esito positivo servizio nell’Ufficio del processo; e infine i navigator.

Richiesta di soft skills

L’evoluzione dei concorsi e, conseguentemente, della Pubblica Amministrazione passa anche e soprattutto dalle caratteristiche e dalle competenze dei selezionati. Proprio per favorire un ricambio generazionale all’altezza del contesto attuale, nel processo di accesso alla PA saranno considerate anche le soft skills, come le capacità comunicative e relazionali, oltre alle competenze tecniche richieste dal ruolo. Le commissioni esaminatrici saranno composto sia da figure tecniche – scelti in base alle materie oggetto del concorso – sia da psicologi ed esperti di risorse umane.