Cosa significa riabitare la montagna, fare in modo che si ripopolino i piccoli centri e promuovere la cura del territorio montano? Questo tema del forum di Greenaccord “Riabitare la montagna”, tenutosi in provincia di Belluno dal 15 al 17 luglio, dedicato alla montagna e al lavoro necessario per monitorarne i fenomeni di rischio. Si apre celebrando il ricordo di Albino Luciani, diventato Papa Giovanni Paolo I, alla soglia della sua beatificazione.

Papa Luciani: un rapporto privilegiato con la montagna

“Papa Luciani adorava le sue montagne e le conosceva perfettamente, amava molto camminare, conosceva flora e fauna e il beneficio della vacanza e del riposo a contatto con la natura. Direi che Albino Luciani, nella sua semplicità, viveva senza saperlo e in modo naturale lo spirito della Laudato si’, e avvertiva l’esigenza della profondità dell’essere in sintonia ed in armonia con il creato”. Con questa introduzione di Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord onlus che si occupa dal 2003 di formare i giornalisti sui temi dell’ambiente e della transizione ecologica, si apre il forum davanti alle Dolomiti maestose, al cui cospetto sembra più facile ricondurre l’uomo al rapporto equilibrato con la natura.

Con Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre, “entriamo nell’ambiente del nostro Albino Luciani, perché la montagna dice quello che siamo e cerchiamo e Luciani aveva questa consapevolezza”. L’espressione del salmo 121, «alzò gli occhi verso i monti», nelle parole del vescovo diventa una chiave di lettura della vicenda culturale e spirituale di Albino Luciani.

Coscienza ecologica

La consuetudine con l’ambiente naturale e l’evoluzione che sente necessarie per la giustizia sociale, assomigliando in questo a Bergoglio, portano la Luciani a ricordare questo Papa come un precursore delle teorie in cui le scorie dell’economia ad alto consumo compromettono anche le risorse destinate alla vita equilibrata degli uomini in una società equa.

“Quattro sono le condizioni che Albino Luciani descrive come necessarie per una coscienza ecologica autentica – sottolinea la scrittrice Patrizia Luciani – Innanzitutto il bene della persona umana è lo scopo della produzione, e questo non si può ritorcere sulla persona stessa; inoltre il Cristianesimo insegna l’uso moderato dei beni e non lo spreco, la sobrietà. L’uomo, comunque, è inseparabile dall’ambiente naturale e le risorse del mondo non sono illimitate”.

La Marmolada e la perdita dei ghiacciai

“I paesaggi montani delle Alpi e degli Appennini, entro il 2050, potrebbero essere cancellati dalla scenografia territoriale italiana per l’accelerazione esponenziale degli eventi estremi indotti dai cambiamenti climatici. La perdita delle montagne, con la contestuale perdita dei ghiacciai e crescita dei volumi d’acqua con il pericolo di avere città sempre più inondate, va seriamente contrastata con misure incrementali di adattamento per evitare il definitivo spopolamento delle aree interne e dei borghi che ospitano boschi e foreste dall’inestimabile biodiversità”. Così il ricercatore dell’Istituto di Scienze Polari del Cnr Jacopo Gabrieli, tra i protagonisti della seconda giornata del Forum “Riabitare la montagna”.

Le foreste italiane

L’Italia è un Paese forestale, con quasi un terzo della sua superficie coperta da boschi, ma gli italiani, incredibilmente, non ne sono a conoscenza. “I servizi ecosistemici, ossia i benefici multipli che la natura è in grado di assicurare all’uomo – ha ammesso il professore del Dipartimento “Territorio e Sistemi Agro-Forestali” dell’Università di Padova Davide Pettenella – non sono ancora diventati un patrimonio conoscitivo dell’opinione pubblica, ma sarebbe utile che questo avvenga presto per comprendere la loro utilità nell’implementazione delle politiche pubbliche necessarie a raggiungere gli obiettivi comunitari di decarbonizzazione della nostra economia al 2030 e al 2050. In particolare, conoscere le opportunità offerte da ecosistemi delicati, ma fondamentali, come i boschi, permetterebbe di valutare le potenzialità delle biomasse che, sostituendo i materiali di origine fossile, consentirebbero al nostro Paese di raggiungere gli obiettivi del Green New Deal”.

Montagna e PNRR

La possibilità di trasformare le aree interne e i borghi montani in green communities, insieme all’opportunità prevista dal Pnrr di far nascere e diffondere le comunità energetiche nelle città con un fondo di oltre 2 miliardi di euro, ha animato l’intervento appassionato di Gabriella Chiellino, architetto e presidente di Eambiente Group.

Anno della Montagna

“Nell’anno internazionale della montagna – hanno sottolineato il peruviano Eric Chavez della FAO e la coordinatrice costaricense di Latin Clima, Katiana Murillo – per evitare che questa ricorrenza sia solo una delle tante occasioni celebrate senza che determinino un reale cambiamento, pertanto, con passione civile e vocazione ambientale rilanciamo l’appello alla comunità mondiale di non mercificare e “finanziarizzare” i beni naturali non rinnovabili e sempre più limitati dal cui equilibrato approvvigionamento e consumo determinerà la nostra sopravvivenza e, nel nome di Papa Luciani, la nostra responsabilità di non lasciare alle prossime generazioni un insostenibile debito ecologico”.