Come aveva preannunciato, il tycoon sudafricano Elon Musk ha deciso di imporre un massiccio taglio della forza lavoro della piattaforma di social network Twitter, acquistata la settimana scorsa per la mastodontica cifra di 44 miliardi di dollari. Dopo aver liquidato i vertici della società il giorno stesso della conclusione del travagliato processo di acquisto (durato per più di sei mesi), e aver successivamente sciolto il consiglio di amministrazione, l’azienda ha reso noto oggi che la metà dei dipendenti (quasi 4mila persone) sarà licenziata in tronco.
Una rivoluzione
Che il magnate dell’industria americana non conoscesse mezze misure lo sapevamo da tempo, e anche oggi, con la decisione di mandare a casa esattamente la metà dei dipendenti di Twitter, le aspettative non sono state disilluse.
La modalità di licenziamento, dato il numero, è stata quella di una mail in cui si ordinava agli ormai ex lavoratori di tornare a casa giovedì e di non fare ritorno in ufficio questa mattina, giorno in cui sono diventati operativi i primi tagli.
Due fonti anonime intercettate dal New York Times hanno rivelato che tali modalità sarebbero state decise dallo stesso Musk insieme a un team selezionato di consulenti.
Nello scenario considerato, ai lavoratori licenziati verranno offerti due mesi in qualità di liquidazione, mentre, sostengono sempre le fonti, i termini della riduzione dell’organico potrebbero ancora subire dei cambiamenti.
Il maxi taglio del personale segue a quello dell’ex amministratore delegato Parag Agrawal e di altri top manager, come il Chief Financial Officer Ned Seagal e la Chief Commercial Officer Sarah Personette, mentre altri si sarebbero dimessi dopo la decisione di sciogliere il consiglio di amministrazione.
Inserzionisti preoccupati
Secondo gli analisti, la ragione per cui il magnate abbia deciso di attuare una politica così drastica di riduzione della forza lavoro è da ricercarsi nella volontà, più volte espressa, di limitare i costi sostenuti dalla piattaforma di social media fondata da Jack Dorsey sedici anni fa.
Tuttavia la portata della scelta, ma anche la sua subitaneità, hanno portato la platea degli inserzionisti (maggior fonte di reddito per l’azienda) ad interrogarsi sulla possibilità di sospendere i propri contatti.
Ad esempio il colosso della cosmetica L’Oréal ha deciso di sospendere la pubblicità sulla piattaforma, mentre Interpublic, uno dei più grandi gruppi pubblicitari del mondo, ha raccomandato ai suoi clienti di sospendere gli investimenti pubblicitari su Twitter per la prossima settimana.